Il Comitato No Ovovia non molla: «Opera inammissibile, ora lo dice il ministero»
TRIESTE Mentre in piazza Oberdan la giunta regionale approva la Vinca della cabinovia (progetto che per il Comitato No Ovovia «è invece inammissibile e non finanziabile secondo il ministero dell’Ambiente»), il Comune dà notizia dell’esito delle prime due sentenze del Tar sui contenziosi relativi all’opera: sentenze definite dall’amministrazione come il «via libera sul piano della legittimità» al progetto stesso.
In un caso l’azione giudiziaria era di associazioni ambientaliste e animalista (Lipu, Wwf e Legambiente), nell’altro l’istanza era di alcuni cittadini. Ed entrambe, si legge nella nota del municipio, «confermano la correttezza della procedura semplificata seguita dal Comune» e il rispetto «degli obiettivi e delle strategie del Piano». Il progetto, annotano poi gli uffici municipali, «è regolarmente finanziato con decreto dal ministero e l’Europa lo ha inserito nel piano Pnrr Italia».
La risposta del Comitato non si fa attendere. «Il comunicato del Comune non corrisponde a quanto sentenzia il Tar», commenta il portavoce William Starc, comunicando che «stiamo esaminando la sentenza con gli avvocati. Siamo abituati a leggere le interpretazioni dell’amministrazione comunale per la quale tutto ogni volta è risolto e concluso. Per fortuna – conclude – non è così: faremo emergere come stanno veramente le cose».
«Il significato politico della sentenza del Tar è chiaro», interviene il capogruppo di At Riccardo Laterza, per il quale «il Comune, spalleggiato dalla Regione, si è ostinato a promuovere l’idea insostenibile dell’ovovia senza valutare alternative». Il progetto è dunque «viziato fin dall’inizio dell’iter come da noi sostenuto da tempo. La fuga in avanti della Regione, che chiude la procedura di Vinca giudicata non corretta dallo stesso Tar – come ribadito anche dal Comitato – è l’ennesima palla gettata in tribuna per allungare il brodo, prima di rassegnarsi all’infattibilità dell’opera».
«Continua l’azzardo della amministrazione comunale a cui quella regionale presta tristemente il fianco», rincara il capogruppo di Punto Franco Paolo Altin, ritenendo che «a farne le spese saranno i triestini ovviamente». Rimane, «oltre alla contrarietà», una «profonda perplessità», aggiunge il capogruppo Pd Giovanni Barbo, che precisa come «la variante deve ancora arrivare in Consiglio e quindi la cabinovia è oggi incompatibile con il Piano regolatore». Ma «nonostante ciò la giunta è andata avanti impegnando soldi che rischiano di pesare sulle tasche dei cittadini, molti dei quali loro volta contrari».—
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo