Il Comitato No Ovovia non molla: «Opera inammissibile, ora lo dice il ministero»

Via libera dalla Regione sulla Valutazione d’incidenza ambientale dell’opera. Ora il parere del governo
Francesco Codagnone
I referenti del Comitato No Ovovia durante la conferenza di ieri al Circolo della Stampa Foto Andrea Lasorte
I referenti del Comitato No Ovovia durante la conferenza di ieri al Circolo della Stampa Foto Andrea Lasorte

TRIESTE Mentre in piazza Oberdan la giunta regionale approva la Vinca della cabinovia (progetto che per il Comitato No Ovovia «è invece inammissibile e non finanziabile secondo il ministero dell’Ambiente»), il Comune dà notizia dell’esito delle prime due sentenze del Tar sui contenziosi relativi all’opera: sentenze definite dall’amministrazione come il «via libera sul piano della legittimità» al progetto stesso.

In un caso l’azione giudiziaria era di associazioni ambientaliste e animalista (Lipu, Wwf e Legambiente), nell’altro l’istanza era di alcuni cittadini. Ed entrambe, si legge nella nota del municipio, «confermano la correttezza della procedura semplificata seguita dal Comune» e il rispetto «degli obiettivi e delle strategie del Piano». Il progetto, annotano poi gli uffici municipali, «è regolarmente finanziato con decreto dal ministero e l’Europa lo ha inserito nel piano Pnrr Italia».

La risposta del Comitato non si fa attendere. «Il comunicato del Comune non corrisponde a quanto sentenzia il Tar», commenta il portavoce William Starc, comunicando che «stiamo esaminando la sentenza con gli avvocati. Siamo abituati a leggere le interpretazioni dell’amministrazione comunale per la quale tutto ogni volta è risolto e concluso. Per fortuna – conclude – non è così: faremo emergere come stanno veramente le cose».

«Il significato politico della sentenza del Tar è chiaro», interviene il capogruppo di At Riccardo Laterza, per il quale «il Comune, spalleggiato dalla Regione, si è ostinato a promuovere l’idea insostenibile dell’ovovia senza valutare alternative». Il progetto è dunque «viziato fin dall’inizio dell’iter come da noi sostenuto da tempo. La fuga in avanti della Regione, che chiude la procedura di Vinca giudicata non corretta dallo stesso Tar – come ribadito anche dal Comitato – è l’ennesima palla gettata in tribuna per allungare il brodo, prima di rassegnarsi all’infattibilità dell’opera».

«Continua l’azzardo della amministrazione comunale a cui quella regionale presta tristemente il fianco», rincara il capogruppo di Punto Franco Paolo Altin, ritenendo che «a farne le spese saranno i triestini ovviamente». Rimane, «oltre alla contrarietà», una «profonda perplessità», aggiunge il capogruppo Pd Giovanni Barbo, che precisa come «la variante deve ancora arrivare in Consiglio e quindi la cabinovia è oggi incompatibile con il Piano regolatore». Ma «nonostante ciò la giunta è andata avanti impegnando soldi che rischiano di pesare sulle tasche dei cittadini, molti dei quali loro volta contrari».—

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