Il Collio vuole candidarsi a patrimonio dell’Unesco

DOLEGNA. Il Collio candidato a patrimonio mondiale dell'Unesco. L'iniziativa parte da un'idea congiunta di due Comuni a cavallo dell'ex confine: Dolegna in Italia e Brda in Slovenia. Sono loro i...

DOLEGNA. Il Collio candidato a patrimonio mondiale dell'Unesco. L'iniziativa parte da un'idea congiunta di due Comuni a cavallo dell'ex confine: Dolegna in Italia e Brda in Slovenia. Sono loro i promotori di un progetto che intende seguire di fatto la storia vissuta nei giorni scorsi da un'altra splendida zona collinare italiana, le Langhe, che hanno ottenuto da poco l'ambito riconoscimento Unesco. Il primo atto ufficiale con cui l'iter è partito è stata una delibera approvata nei giorni scorsi dalla giunta di Dolegna.

«L’obiettivo è di promuovere l'intero Collio di parte italiana da Gorizia a Dolegna unendosi a quello di parte slovena, al di là dell’ex confine - spiega il sindaco Diego Bernardis -. Tutta la zona ha le carte in regola per diventare patrimonio mondiale dell'Unesco come ambiente di tipo rurale. Si tratta di un’idea che da tempo avevo in mente e nella quale sono riuscito a coinvolgere il collega di Brda Music, con cui è nata una bella collaborazione con l’obiettivo di far aderire a quest’iniziativa tutti i primi cittadini dei nostri territori». Bernardis ora passerà alla seconda parte del piano. «Proporrò il progetto agli altri colleghi sindaci del Collio italiano: è un’iniziativa che avrebbe un richiamo e uno spessore turistico enorme per il nostro territorio, se alla fine dovessimo ottenere, come crediamo, lo status di Patrimonio Mondiale. Abbiamo già avviato i primi contatti con il Club Unesco di Udine, a breve ne avremo anche con quello di Gorizia. Il 22 luglio sarà una data importante: ratificheremo questo passaggio in Consiglio e da lì ci muoveremo per tutti i successivi snodi burocratici e istituzionali avvicinando al progetto anche Provincia e Regione. Siamo fiducios. E non intendiamo fermarci qui: se ci dovesse essere un’ampia e convinta adesione, l’idea sarebbe di allargarci al Carso, proponendoci come un’unica area geografica Collio-Carso con cui perorare un'unica causa dinanzi alla commissione Unesco».

Nella delibera, l’amministrazione Bernardis ricorda che la richiesta comprende anche i Comuni di Cormòns, Capriva del Friuli, Mossa, San Floriano del Collio, Gorizia. Nell'atto si citano le caratteristiche naturali, storiche, culturali, tradizionali, geografiche, morfologiche e di sviluppo economico enogastronomico e vitivinicolo del Comune di Dolegna del Collio. «Dolegna viene citata come villa rurale - si legge - sotto il Patriarcato di Aquileia, alla caduta del Patriarcato entrò a far parte dei dominii della Casa d'Austria. Dal 1806 al 1815 fece parte del Regno d'Italia napoleonico nel Dipartimento di Passariano, Distretto e Cantone di Cividale, come Comune di III classe. Successivamente entrò a far parte della Provincia del Litorale Austriaco, fino al 1918 quando venne annessa al Regno d’Italia. Nel secondo dopoguerra in seguito al Trattato di Pace, buona parte del suo territorio passò alla Repubblica Jugoslava. Attualmente, assieme alla frazione di Mernico, appartiene alla Provincia di Gorizia, mandamento di Cormons. Dolegna del Collio è un ameno borgo rurale, raccolto attorno alla piazza principale che ospita sia la Chiesa parrocchiale che il Municipio e la Biblioteca. Della Chiesa parrocchiale di San Giuseppe, patrono del comune, non si conosce l’anno di costruzione: si sa però che nel Settecento essa già esisteva in forma di piccola cappella. Nel 1927 la Chiesa, dopo essere stata occupata dalle truppe durante la prima guerra mondiale, fu sostituita da una nuova costruzione su progetto dell’architetto Silvano Baresi. Fu conservato il precedente campanile.

Matteo Femia

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