Il Collio si aggrappa al ritorno dei turisti. Ma la Festa dell’uva viene cancellata

Buzzinelli, presidente del Consorzio: «Il 40% del fatturato deriva dal settore vacanze estive, le enoteche non bastano»
Cormons 15 settembre 2019 Festa dell'uva ©Foto Petrussi
Cormons 15 settembre 2019 Festa dell'uva ©Foto Petrussi

CORMONS Niente Festa dell’Uva. Il Covid-19 miete un’altra vittima illustre nel panorama delle manifestazioni estive Isontine, falcidiate dai blocchi imposti dal virus: a Cormons, per la prima volta negli ultimi decenni, l’evento che tradizionalmente si tiene nel primo weekend di settembre non ci sarà. Troppo complicato gestire una kermesse che richiamerebbe come ogni anno migliaia di persone: altissimo il rischio di assembramenti incontrollabili, e la priorità non può che andare alla sicurezza sanitaria. Quest’anno dunque la Festa dell’Uva salta, e con essa l’allegro corteo della domenica pomeriggio fatto di carri allegorici, bande e gruppi folcloristici nelle vie del paese: per i cormonesi è un duro colpo.

Cormons 09 settembre 2018 Festa dell'Uva. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Cormons 09 settembre 2018 Festa dell'Uva. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone


«Purtroppo siamo costretti a cancellare l’edizione 2020 – allarga le braccia l’assessore al Turismo e alla Cultura Martina Borraccia – una manifestazione come la nostra sarebbe impossibile da organizzare in un momento storico come questo. E anche l’ipotesi di allestire qualcosa in tono minore non ci piace. Verrebbe a mancare l’atmosfera tradizionale della kermesse: d’altronde non si può pensare, con le limitazioni e i distanziamenti sociali attuali, di fare come se nulla fosse e mettere in piedi dieci aree di festa come ogni anno. Non possiamo fare altrimenti, la Festa dell’Uva tornerà nel 2021».



L’amministrazione comunale sta comunque studiando un piano per cercare di dare vita almeno nei weekend estivi al centro cormonese: decisioni più precise in merito saranno prese nei prossimi giorni.

Ma l’assenza della Festa dell’Uva è un po’ la cartina di tornasole di un anno, il 2020, durissimo per tutto il mondo del Collio: la manifestazione che esalta il frutto per eccellenza del territorio è anche una sorta di vetrina della qualità enologica della città e dei suoi dintorni, e proprio il mondo vitivinicolo è tra quelli più in sofferenza in questo periodo storico. «Abbiamo perso tre mesi di vendite – conferma il presidente del Consorzio Collio David Buzzinelli – qualcosa si sta muovendo nelle ultime settimane da quando è stato allentato il lockdown e si è proceduto con le riaperture soprattutto di bar e ristoranti, ma ciò che ci penalizza più di tutto è l’assoluta incertezza relativa al settore del turismo. Le nostre aziende infatti lavorano molto nel periodo estivo con i locali delle zone turistiche, e al momento nessuno si azzarda a rischiare: si pensi che il settore delle vacanze estive incide nei nostri fatturati circa per il 40 per cento, e quindi in questo modo si capisce l’entità del danno che stiamo subendo. Tutto per noi sarà molto correlato a quanta gente si muoverà nei prossimi mesi. Ma siamo in ogni caso ben lontani dai numeri degli scorsi anni».



Il presidente del Consorzio Collio chiede che a livello nazionale e non solo si vada verso una schiarita sulla questione degli spostamenti tra territori: «Va risolto una volta per tutte il nodo confini, altrimenti rischiamo di perdere una fetta enorme del nostro mercato abituale, perché i ristoranti e i locali in questo momento dell’anno vivono soprattutto di turismo e se non ce n’è a caduta ne risentiamo pesantemente anche noi». Uno spiraglio di luce in tutto ciò, tuttavia, lo fornisce la natura stessa: «Ciò che ci conforta è che per ora, anche se manca ancora molto alla vendemmia, sembra essere una stagione molto buona ed equilibrata: se continua così ci garantirà un ottimo vino» conclude Buzzinelli. Nel 2020 non ci sarà la Festa dell’Uva, ma nel 2021 sarebbe bellissimo festeggiare il suo ritorno avendo avuto una vendemmia meravigliosa alle spalle. —

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