Il Collio a Vinitaly punta su Ribolla gialla e due vini autoctoni
CORMONS. Lo Chardonnay di Villa Russiz terzo miglior bianco d’Italia secondo la Guida dell’Annuario 2018 dei Migliori Vini italiani di Luca Maroni; i riconoscimenti di Wine Spectator, una delle più prestigiose testate dell’editoria di settore, al Collio Pinot Grigio Mongris Riserva 2013 di Marco Felluga e al Collio Sauvignon 2016, già indicato anche dal Wall Street Journal come un dei vini migliori al mondo, di Russiz Superiore; il restyling con cui la Cantina Produttori ha rivoluzionato il proprio brand, promosso da alcune settimane in tutta Italia sia tramite un nuovo packaging sia grazie alla presenza sulle strade e autostrade italiane di due autoarticolati sui quali è impresso a caratteri cubitali il nome Cormòns.
Sono solo alcuni dei premi e delle novità con cui le aziende del Collio si apprestano a presenziare all’edizione 2018 di Vinitaly, la principale fiera italiana del settore vitivinicolo (che arriva a poca distanza dall’altro grande evento europeo in ambito enologico, la Fiera ProWein svoltasi a marzo a Dusseldorf in Germania) in programma dal 15 al 18 aprile prossimo nella classica cornice veronese. Un piccolo grande pianeta da oltre 100 mila professionisti provenienti da tutte le parti del mondo, con più di quattromila espositori, buyers e ristoratori: Vinitaly è tutto questo, e per districarci in un mondo così ampio abbiamo chiesto aiuto a uno dei massimi esperti regionali in materia vitivinicola, l’enologo e giornalista Claudio Fabbro. È lui a spiegarci quali saranno le tendenze di quest’edizione per le aziende del nostro territorio. «Al prossimo Vinitaly il “Nord-Est vitivinicolo” presenterà alcune importanti novità – è l’incipit – innanzitutto il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Provincia di Trento hanno istituito la Doc delle Venezie Pinot Grigio, varietà su cui quindi si punterà moltissimo come territorio. Ma una crescita esponenziale la sta vivendo soprattutto la Ribolla gialla, che si avvia ormai verso quota 2000 ettari nei vigneti della nostra regione. In pianura si punta soprattutto sulla tipologia spumante, che interessa in particolare le zone Grave, Isonzo e Riviera friulana, mentre Collio e Colli orientali la preferiscono “ferma”. Da evidenziare in zona Oslavia la consolidata tradizione dei vini macerati, a partire appunto dalla Ribolla».
Ma non di sola Ribolla si vive, tra Isonzo e Collio, in vista di Vinitaly: «Cresce anche la Malvasia, sempre più attenzionata dagli addetti ai lavori – conferma Fabbro – e tiene molto bene anche il Sauvignon. Il ritorno da segnalare è quello del Pinot Bianco, vino superbo ma penalizzato dalle mode negli ultimi anni». C’è poi da evidenziare una notevole curiosità per i vini autoctoni: «Schioppettino, Pignolo, Refosco: stanno tornando sotto i riflettori» è il parere di Fabbro. Al quale chiediamo quale possa essere una sorpresa («Sperabile – ci risponde – che vi sia un rinnovato interesse per Ramandolo e Picolit») e quale una sfida: su quest’ultimo punto, è molto chiaro. «Sarà opportuno che al Vinitaly il nostro territorio convinca gli addetti ai lavori internazionali che il Friuli non è solo terra di vini bianchi giovani».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo