Il circo sbarca a Muggia, animalisti in rivolta
MUGGIA. Leoni berberi, alligatori e altri rettili, cavalli e altri animali esotici. È per la presenza di questa ricca fauna all’interno del circo internazionale Miranda Orfei che da domani alcune sigle animaliste protesteranno pacificamente davanti all’ingresso del tendone collocato nel piazzale ex Alto Adriatico. A dare l’annuncio del sit-in Cristian Bacci, presidente dell’Associazione vegetariani e vegani Muja: «Muggia ospita una scuola che forma acrobati, giocolieri e contorsionisti. È questo il circo che vogliamo vedere, pieno di gioco, sport e divertimento, non la sofferenza di creature recluse in ambienti che non tengono minimamente conto delle necessità etologiche degli animali».
Bacci non ha dubbi: «Chi acquista il biglietto di un simile circo, anche se talvolta inconsapevolmente, contribuisce a finanziare un mondo di soprusi sugli animali». Sulla stessa lunghezza d’onda il pensiero di Patrizia Coga Asefrid, presidente dell’Associazione culturale Naica: «Saremo presenti al sit-in per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che quegli animale sono in prigione. Un circo senza animali è un bel momento di spettacolo per tutti. I circhi che sfruttano gli animali non ci piacciono e non vanno incentivati». La protesta, a cui aderisce anche la Lega antivivisezione di Trieste, si attuerà un’ora prima dello spettacolo serale in programma ogni giorno alle 21 da domani sino a domenica 24 luglio. Nello specifico sarà attivo un volantinaggio oltre all’esposizione di striscioni.
Ma cosa ne pensa il Comune di Muggia della presenza del circo con animali? «Personalmente non ci andrò perché sono contraria all’utilizzo di animali all’interno di spettacoli come il circo», racconta senza troppe misure il sindaco Laura Marzi. Ma perché allora il Comune dà la disponibilità del suo pubblico per poter ospitare tali spettacoli? Marzi replica allargando le braccia: «Può sembrare assurdo ma i comuni, di fatto, non hanno diritto di poter esprimere la propria preferenza su tali argomenti. I circhi sono tutelati da un legge nazionale». È la Legge 337 del 18 marzo 1968. A cui dà ancora maggiore forza la Legge 163 del 1985, che attribuisce al circo una quota percentuale fissa del Fondo unico per lo spettacolo. In pratica la Legge del 1968 sostiene «il valore educativo, culturale e sociale del circo», presupposto grazie al quale la legge del 1985 permette a questi enti di ottenere finanziamenti pubblici statali. In base al programma proposto dal sito internet di Miranda Orfei, il circo internazionale proporrà, accanto a clown e acrobati, anche alcuni numeri con la presenza di animali tra cui «i leoni berberi presentati nella grande gabbia da una domatrice» e «rettili da cinque continenti». "La nostra sarà una protesta civile ma ferma - concludono all’unisono Bacci e Coga Asefrid - perché i genitori devono capire che portando i propri bimbi a questi spettacoli lo sfruttamento degli animali non terminerà mai».
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