Il cimitero protestante svela a Trieste il suo Joyce “minore”
TRIESTE Un gruppo di intellettuali ha scoperto che lo scrittore irlandese dell’Ottocento Charles Lever è sepolto a Trieste e, andando a visitarne la tomba, l’ha trovata in condizioni di grave degrado. I letterati hanno così deciso di mettere mano ai propri portafogli per realizzare una colletta, finalizzata al restauro dell’ultima dimora di questo dublinese “minore”.
Nella biografia di Lever e in quella di James Joyce si riscontra infatti una serie di strane coincidenze: non solo il mestiere e la città d’origine ma anche quella d’approdo, in qualche modo, ovvero l’amato e odiato “capoluogo” del Litorale austriaco.
Tornando nel nostro millennio, i protagonisti della storia sono invece il professor Renzo Crivelli, sommo esperto joyciano, la giornalista e studiosa indipendente Elisabetta D’Erme, il professor Michael Walton e il professor John McCourt.
I fatti descritti risalgono a un anno fa ma, per un caso fortuito, sono stati resi pubblici solo adesso, nel primo anniversario del restauro. Racconta Crivelli: «Siamo tutti amici tra noi. Elisabetta stava lavorando al suo libro “Trieste vittoriana: ritratti” (edizioni Fuorilinea, 2017, ndr). Citarlo è d’obbligo perché gran parte delle informazioni che abbiamo su Lever provengono da lì. Ebbene, in quel contesto abbiamo scoperto che lo scrittore riposa nel cimitero protestante, a Sant’Anna, assieme alla moglie Kate Baker. Siamo andati sul suo sepolcro e l’abbiamo trovato davvero malandato. Abbiamo pensato che si meritasse di più». Un anno fa, grazie alla colletta di cui si è detto, il tumulo è stato così rimesso a nuovo.
Lever nacque a Dublino nel 1806 e morì nel 1872 a Trieste, «Austria-Ungheria, ora Italia», riporta l’Enciclopedia Britannica. Sempre secondo la Britannica, si era abilitato alla professione della medicina a Cambridge ma, nonostante ciò, presto versò in ristrettezze economiche «a causa delle sue stravaganze. Inizio così a utilizzare i suoi doni da narratore». Trascorse gran parte della sua vita nel continente. Spiega ancora Crivelli: «Come Joyce, Lever lasciò l’Irlanda perché non ne sopportava l’atmosfera provinciale. Visse perlopiù in Germania, Belgio, Italia. Erano anni caldi, quelli dei moti del ’48. Prendeva contatti con i carbonare. Era per la liberazione dei popoli. Scrisse di un suo incontro con Giuseppe Garibaldi a La Spezia. Stava dalla parte degli irlandesi contro l’oppressione britannica. Per queste ragioni era un autore amato da Karl Marx, che vedeva in lui un rivoluzionario. Joyce invece lo cita, in “Finnegans Wake”». Come Joyce, «Lever non si trovò bene nella nostra città – continua il professore – salvo poi rimpiangere “l’indisturbata quiete di Trieste” quando se ne allontanava. Vi arrivò nel 1867 come console di Sua Maestà Britannica. Abitava a Chiadino mentre il Consolato aveva sede in via del Lazzaretto Vecchio. Fu un protagonista della narrativa vittoriana, contemporaneo di Dickens. Scrisse una trentina di romanzi. Alla sua epoca era noto e letto. Aveva pure preannunciato la caduta dell’Impero asburgico con cinquant’anni d’anticipo: un visionario».
Lever riposa nel cimitero elvetico-anglicano, che a sua volta si trova all’interno di quello protestante-luterano, nel complesso monumentale di sant’Anna. La sua tomba è riconoscibile perché è l’unica piramidale. Nel complesso, inaugurato nel 1825, oltre ai due protestanti ci sono i cimiteri cattolico, ebraico, islamico, serbo e greco-ortodosso: specchio delle popolazioni accorse nella città fiorita attorno al suo porto. Una curiosità: secondo un articolo pubblicato sul sito dell’Irsml, nel cimitero protestante riposa anche Stanislaus Joyce, fratello di James.—
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