Il Chopi chopi “rifatto” scende in mare

Il settore dei megayacht ancor più che per i costi dell’ormeggio e le spese che fanno il capitano e i componenti dell’equipaggio sia per sè che per le esigenze di bordo, crea un notevole indotto in città per tutte le operazioni di refitting che in qualche caso implicano una mole di lavoro imponente. È il caso del Chopi chopi (in arabo significa Veloce veloce) un ottanta metri di proprietà del tycoon ed ex premier libanese Taha Mikati che da novembre scorso è nel bacino di carenaggio della Ocean. «Domenica - annuncia ora Marino Quaiat - Chopi chopi uscirà dal bacino e per un paio di giorni effettuerà manovre di galleggiamento. Lo ospiteremo poi sulla nostra banchina nel Canale navigabile e tra il 10 e il 15 luglio salperà per essere riconsegnato all’armatore». La consegna dovrebbe avvenire in Grecia.
In questo caso a operare è un altro consorzio triestino e cioé Trieste refitting system di cui fanno parte cinque aziende locali: Officine navali Quaiat, Zinelli&Perizzi, Studio Meccano, Ocean e Nuovo Arsenale Cartubi. Sul Chopi Chopi durante questi sette mesi sono state effettuate anche vere e proprie modifiche alle strutture sia sui ponti più alti che sulla parte immersa dello scafo. Le prime, realizzate in alluminio da Cartubi, riguardano in particolare il “sun deck”, dove gli spazi chiusi sono stati ampliati di 5-6 metri verso poppa, per creare una seconda cabina per l'armatore. Sopra questo ponte, allungato complessivamente di 9 metri, è stata realizzata la piattaforma per l'elicottero (prima inesistente), la cui base è stata debitamente rinforzata con due “anguille” (termine navale per indicare le putrelle) lunghe 8 metri, piattaforma che è stata circondata da un parapetto in vetro con segmenti ribaltabili verso l'esterno. È stata anche ampliata la palestra sul ponte più elevato, anche questa una struttura in alluminio opera di Cartubi, a poppa dell'albero. Al di sotto della linea di galleggiamento sono state sostituite le quattro pinne stabilizzatrici e i relativi “attuatori”, con altrettanti dispositivi giunti dal cantiere Crn Yacht di Ancona, dove Chopi Chopi è stato varato nel 2012 e consegnato due anni dopo. Un’operazione da quattro milioni di euro. «Tra settembre e ottobre opereremo su altri megayacht - aggiunge Quaiat - le trattative si stanno chiudendo, ma non posso anticipare nulla». (s.m.)
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