Il centrodestra chiude le porte a Menia
TRIESTE. Il centrodestra chiude le porte a Roberto Menia. Il tentativo dell’ex sottosegretario all’Ambiente del governo Berlusconi di rilanciare un nuovo soggetto a destra, portato a galla nei giorni scorsi nel corso di un’assemblea a Roma chiamata a decidere sull’eredità di An, è stoppato innanzitutto da Fratelli di Italia, ma anche dalla Lega Nord: «Menia non è un interlocutore», taglia corto Massimiliano Fedriga. Più diplomatica Fi che con Sandra Savino bolla come «iniziativa personale» la mossa dell’ex alleato. Ma è soprattutto il partito di Giorgia Meloni, FdI, a fare la voce grossa, affidando al segretario provinciale a Trieste, Claudio Giacomelli, un duro commento sulle prese di posizione di Menia.
Posizione populista «Ha definito Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale “destra populista e sguaiata” – fa notare Giacomelli – è un’opinione coerente con le sue scelte di stare al fianco di Fini, Monti e Rutelli. Ma soprattutto chiarisce, se ce ne fosse stato bisogno, che non abbiamo nulla in comune. Come la nostra destra a Roma non è quella di Fini, per usare le parole di Giorgia Meloni, così a Trieste la nostra destra non è quella di Roberto Menia». Né nel capoluogo Fvg, tanto meno in un eventuale progetto di respiro nazionale, come è emerso dall’assemblea nella capitale. «È giusto ribadirlo – insiste l’esponente di FdI – noi non abbiamo nulla a che fare con lui, né ora né in futuro. Peraltro, rispetto alle sue affermazioni, abbiamo chiesto direttamente alla Meloni se avesse mai domandato a Menia di candidarsi alle elezioni europee e la risposta è stata assolutamente no. Per noi il discorso è più che chiuso».
Iniziativa personale La coordinatrice regionale e deputata di Fi Sandra Savino non intende mettere il naso in casa altrui. «Non mi permetto di giudicare i comportamenti di nessuno, per principio – premette – sono questioni che riguardano An, Menia e Fini. Io mi interesso al mio partito». Savino, tuttavia, non accetta l’analisi dell’ex sottosegretario. «Centrodestra diviso? Ci sono partiti rappresentati in Parlamento, come Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. A mio modo di vedere – rileva – questi sono le realtà con cui mi confronto. Poi ci sono percorsi politici che fanno parte di una storia personale – annota – e che puntano alla rinascita di una destra. È un’iniziativa personale. Menia parla di spaccature, ma non ha un partito di riferimento».
Spallucce Il capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga fa spallucce. «Menia? Prendo atto che secondo lui il centrodestra è rappresentato dalla posizioni di Fini. Ma ho seri dubbi che ciò possa coincidere con l’opinione degli elettori che non si riconoscono nella sinistra e nel Pd renziano. La politica – conclude – si fa con il consenso delle persone. Menia, per quel che mi riguarda, non è un interlocutore. Mi pare molto strano che ricominci a dettare, a dirci chi siamo e cosa dobbiamo fare. La prendo con un sorriso».
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