Il centrodestra chiede la revoca della delibera sul processo Amianto-bis

I consiglieri Anna Maria Cisint (Obiettivo: Rinnoviamo Monfalcone), Federico Razzini e Sergio Pacor, entrambi in quota Lega nord, hanno sottoscritto un’interrogazione comunale rivolta al sindaco...
Bonaventura Monfalcone-07.04.2012 Conferenza-Ex Pretura-Piazza della Repubblica-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-07.04.2012 Conferenza-Ex Pretura-Piazza della Repubblica-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

I consiglieri Anna Maria Cisint (Obiettivo: Rinnoviamo Monfalcone), Federico Razzini e Sergio Pacor, entrambi in quota Lega nord, hanno sottoscritto un’interrogazione comunale rivolta al sindaco Silvia Altran sulla vicenda della revoca della costituzione di parte civile nel processo Amianto-bis a ridosso di sentenza. I tre esponenti che siedono all’opposizione al settimo e ultimo punto del documento chiedono con urgenza alla prima cittadina di «attuare ogni procedura per invalidare, revocare, annullare quell’atto scellerato (si riferiscono alla delibera approvata in giunta)», dando «immediata comunicazione al Consiglio e alla città».

Tra i quesiti posti, la risposta ai quali deve essere scritta, anche le motivazioni relative al mancato coinvolgimento dell’aula (e della città tutta) su una decisione così cruciale. «Perché improvvisamente - chiedono -, in un caldo pomeriggio di luglio, soltanto un giorno prima della data prevista per la sentenza e col parere sfavorevole dell'avvocato a cui era stato più volte conferito l'incarico, non abbia (in sindaco, ndr) rispettato il dispositivo della deliberazione consiliare che dava mandato ai sindaci, e non soltanto a quello pro tempore in carica allora, di perseguire, nelle cause dei processi correlati all’amianto, la costituzione di parte civile?».

Il terzetto vuole inoltre sapere se il sindaco non ritenga che «questa sua scelta, effettuata in difformità a quella che invece aveva compiuto il Consiglio comunale, organo di rappresentanza per eccellenza della comunità, nel 2001 e confermata più volte anche dal Consiglio in carica nelle sedute in cui è stato dibattuto il tema de quo, sia compatibile con l’orizzonte temporale del suo mandato posto che il sindaco, con la delibera 174/2015, ha deciso che mai più il Comune potrà costituirsi parte civile in questi processi».

Infine Cisint, Razizni Pacor interrogano per sapere se la scelta «non abbia penalizzato la comunità monfalconese sia dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto da quello etico e di dignità sociale». E se «il denaro abbia valore a seconda della realtà da cui arriva, visto che il sindaco è corso a firmare un atto transattivo tombale di 140.000 euro, ma non ha provveduto a perseguire strade invece utili alla comunità quale quella dell’accorpamento di servizi comunali peraltro già finanziati con premi regionali o addirittura i già spendibili 700.000 derivanti dalle sanzioni delle Ztl».

Di qui la richiesta di provvedere «con urgenza ad attuare ogni procedura per invalidare, revocare, annullare quell'atto».

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