Il centrodestra attacca l’Ics «L’accoglienza è business»

Offensiva da più fronti, Comune e circoscrizioni, contro l’ospitalità ai profughi Schiavone replica: «Toni intimidatori». Trasferiti fuori città 45 “ospiti”del Silos
Di Gianpaolo Sarti
Lasorte Trieste 13/11/15 - Silos Stazione, Profughi, Presidio Dubs, Centrodestra
Lasorte Trieste 13/11/15 - Silos Stazione, Profughi, Presidio Dubs, Centrodestra

Stavolta nel mirino del centrodestra non finisce il sindaco Cosolini con le sue politiche sull’immigrazione. No, stavolta tocca a chi, con i richiedenti asilo, ha a che fare ogni giorno. È l’Ics, il Consorzio italiano di solidarietà presieduto da Gianfranco Schiavone, la realtà che insieme alla Caritas si occupa dei profughi che arrivano a Trieste. Forza Italia e Pdl sfoderano un attacco senza precedenti, mettendo in dubbio perfino la gestione dei fondi pubblici assegnati dalle istituzioni. «È il business della solidarietà», dicono in conferenza stampa i consiglieri Everest Bertoli, Lorenzo Giorgi e Manuela Declich, intenzionati ad avviare una campagna “verità” su soldi, appalti, stipendi e tutto ciò che ruota attorno al consorzio. Affermazioni che non sfuggono al diretto interessato: «Campagna verità? I toni mi preoccupano - replica Schiavone - è intimidazione».

Le polemiche di questa settimana, seguite alla decisione del sindaco di partire con il progetto di accoglienza dei migranti nelle abitazioni dei triestini, assumono altri contorni. Ieri, peraltro, era il giorno del blitz al Silos dei tre consiglieri circoscrizionali di Fi Roberto Dubs, Alberto Polacco e Michele Babuder, che si sono appostati davanti all’ingresso del capannone con un cartello con su scritto “Trieste, frazione di Kabul, benvenuti”, con tanto di traduzione in arabo e inglese. «Chiediamo che il sindaco emetta subito un’ordinanza per recintare e chiudere il Silos. Non è più accettabile che la struttura sia la succursale di Kabul, sussistono eclatanti problemi di igiene pubblica e di sicurezza. È intollerabile che ogni volta dopo lo sgombero, il Silos si riempia di nuovo di extracomunitari e relative baraccopoli: nessuno deve più poter entrare là dentro. Gli ospiti di questa fatiscente struttura - sottolineano i tre - sono aitanti giovanotti che passeggiano smanettando con gli smartphone». Tutto questo mentre poco prima, in centro, da un’altra conferenza stampa del presiedente e del vicepresidente della Settima circoscrizione Francesco Bettio (Rivolta l’Italia) e Roberto Sain (Lega Nord) partiva un’altra invettiva contro la giunta comunale su quelle che giudicano «le priorità inutili» a scapito della «periferia dimenticata».

Ma sono come detto i berlusconiani Giorgi, Bertoli e Declich insieme al presidente del club “Forza Silvio Trieste” Bruno Baldas, di lì a poco, a puntare l’indice sull’Ics. «Per l’accoglienza degli immigrati si sono presi otto milioni di euro - rilevano - il doppio dell’anno scorso, mentre per il funzionamento degli asili per le nostre famiglie si spendono solo 680mila euro. La metà del 2014». Bertoli: «Abbiamo chiesto chiarimenti all’Ics su come usa i soldi, ma non ci hanno mai risposto. Quello che sappiamo - ha osservato - è che il Comune firma una convenzione con la Prefettura passando 35 euro al giorno a immigrato. Fondi che poi vengono girati al consorzio di Schiavone, ma senza alcuna gara d’appalto. Trentacinque euro al giorno fanno 1.050 euro al mese: ma se a detta del sindaco bastano solo 400 euro per mantenere un immigrato, cioè quelli che vorrebbe concedere ai triestini che danno ospitalità, cosa si fa dei restanti 650 euro? Chiederemo l’accesso agli atti». Anche Giorgi e Declich hanno posto l’accento «sulla mancanza di una vera gara d’appalto pubblica». Schiavone scuote il capo. «Nulla da nascondere - dice - l’Ics lavora per mezzo di una procedura avviata nel 2013 in perfetta trasparenza con Comune, Prefettura e ministero. Tutto è documentato. Ultimamente siamo oggetto di un’attenzione spasmodica. Tutto questo inizia ad avere una natura di tipo intimidatorio. Inizio a esser preoccupato dei toni e dei modi. Temo che dai toni si passi alla violenza fisica». Ieri, intanto, sono state spostate dal Silos 45 persone, dirette in varie strutture del Friuli Venezia Giulia, secondo quanto rende noto l’Ics.

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