Il Centro rimpatri di Gradisca a una coop sociale di Padova

La gestione del nascituro Cpr di Gradisca va a una cooperativa sociale di Padova. È la Edeco Onlus di Battaglia Terme (indagata nel 2018 per la gestione del centro di prima accoglienza veneziano di Conetta, poi chiuso) l’impresa uscita vincitrice dalla gara europea a procedura aperta indetta dalla Prefettura di Gorizia per l’aggiudicazione dei servizi interni al Centro Permanente per i Rimpatri che (ri)aprirà i battenti ad autunno all’ex caserma Polonio. Ovvero l’erede degli allora Cpt e Cara – reintrodotto con altro acronimo dal decreto sicurezza firmato dall’ormai ex ministro dell’Interno Matteo Salvini – ove verranno trattenuti sino a 150 ospiti irregolari, in attesa di espulsione o rimpatrio.
Una gara d’appalto durata 5 mesi e il cui epilogo è infine arrivato ieri, per quanto provvisorio. Per la definitiva aggiudicazione mancano infatti ancora alcune verifiche di rito da parte dell’Ufficio Territoriale del Governo, che ha 35 giorni di tempo per ultimarle. Dopodiché il placet sarà definitivo. Ma sull’esito conclusivo della partita, piuttosto complessa, pesano anche i possibili ricorsi al Tar delle imprese escluse dalla gara. All’esito della gara europea, alla quale hanno partecipato 14 aziende e coop sociali da tutta Italia e dall’estero (fra cui anche l’attuale gestore, l’isontina Minerva) si è arrivati dopo un iter particolarmente tortuoso: ben 5 le imprese estromesse per carenze nella documentazione presentata, fra cui – fatto piuttosto singolare – le prime 4 classificate. La commissione ha quindi dovuto scorrere la classifica sino al quinto posto per procedere all’assegnazione dell’appalto. Un’impresa, la coop sociale La Mano di Francesco, di Agrigento era stata esclusa già a luglio per l’assenza di indicazioni più precise “sui costi aziendali relativi alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro”. Non è andata diversamente ad altre 4 imprese: la coop sociale Badia Grande di Trapani (prima classificata e con alle spalle la discussa gestione del Cara, poi chiuso, di Mineo); la Freedom Onlus di Siracusa (seconda), la Ospita srl di Grosseto e il Consorzio Matrix di Gragnano (Napoli), classificate rispettivamente terza e quarta. Tutte escluse dall’assegnazione per alcune incongruità sulla sostenibilità dell’offerta e in particolare sui costi del personale.
Pressoché scontato che tali aziende presentino tutte ricorso al Tar contro il provvedimento di esclusione deciso dalla Prefettura goriziana. Hanno 30 giorni di tempo per farlo. La gara si è svolta secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La Edeco Onlus di Padova l’ha spuntata con un ribasso dell’11,90% sulla base d’asta – già oggetto dei “tagli” del decreto Salvini – di 28,80 euro di costo per immigrato al giorno (oggi 35), più 150 euro “una tantum” per il kit di primo ingresso. La gestione va sino al 31 maggio 2020, prorogabile in caso di persistenti esigenze di un ulteriore anno. E ora la Prefettura si accinge a concludere la parallela gara per la gestione del secondo centro, sempre attivo all’ex Polonio, il Cara per richiedenti asilo. Lo scenario che le due strutture possano avere due gestioni differenti non è da escludere, secondo la Prefettura. Buona parte delle aziende presentatesi per la gestione del “carcere” per migranti si sono fatte avanti anche per l’adiacente centro di accoglienza che conta 200 ospiti. La convivenza fra Cpr e Cara fa di Gradisca l’unica realtà del Nord alle prese con una simile doppia struttura. —
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