Il centro diurno di via Udine resta aperto, tavolo a tre per sciogliere il rebus futuro
TRIESTE Il centro diurno di via Udine al momento rimane in funzione. Nella mattinata di ieri la struttura ha infatti aperto i battenti come qualsiasi altro giorno. Eppure era il primo luglio, ovvero la data inizialmente trapelata per la sua presunta chiusura. Nel frattempo, come preannunciato dall’assessore alle Politiche sociali Carlo Grilli, è stato avviato il tavolo tra il Comune e gli altri due soggetti coinvolti nella negoziazione: la Fondazione CRTrieste, proprietaria dell’immobile, e la Comunità di San Martino al Campo, che gestisce le attività al suo interno.
Quali siano i contenuti di tale trattativa non è però dato sapere: tutte le bocche sono cucite, a riguardo. Una svolta potrebbe arrivare il 16 luglio: in agenda c’è una riunione del consiglio di amministrazione della Fondazione. Il “mite” Grilli intanto dichiara: «Stiamo lavorando per trovare una soluzione. Fino ad allora, il centro non chiuderà. Ci sono vari elementi al vaglio della giunta. C’è anche un dialogo costruttivo, lontano dai riflettori. Non c’è fretta, né alcun aut aut in essere. Sono soddisfatto». L’assessore ribadisce altresì che «la società è cambiata: il problema esiste». Il riferimento è al fatto che la struttura di via Udine è spesso frequentata da migranti che, secondo la giunta Dipiazza, sono competenza della Prefettura e non del Comune.
Una decina di giorni fa, quando il caso è esploso, lo stesso Grilli aveva spiegato che «oggi i senzatetto sono un numero esiguo. A loro si può dare un servizio migliore, mentre serve il coraggio di rimodulare quel centro, la cui funzione è cambiata». Ecco perché inizialmente lo si voleva chiudere. Quali siano adesso le opzioni sul tavolo non è noto.
Sembra decisamente venuta meno l’ipotesi della rottura tra amministrazione comunale e Fondazione CRTrieste, prospettata dal primo cittadino Roberto Dipiazza all’indomani dell’aut aut posto da quest’ultima (in sintesi, o il centro rimane aperto o il Comune restituisce le chiavi all’ente di via Cassa di risparmio). Aveva tuonato Dipiazza: «Siamo pronti a restituire l’immobile alla Fondazione e a gestire con altre soluzioni i nostri senzatetto». Escluso ciò, ogni altro scenario rimane aperto.Il titolare del Welfare è risoluto nel non fare anticipazioni.
Claudio Calandra di Roccolino, presidente di San Martino al Campo, si limita a dire: «Attendiamo la proposta del Comune». Calandra ha già avuto un confronto diretto con l’amministrazione comunale? Quale soluzione auspica? «Non ancora: aspettiamo appunto una proposta. Ovviamente auspichiamo la continuazione delle attività».
Così Tiziana Benussi, presidente della CRTrieste: «Siamo in trattative, sia con la Comunità sia con il Comune. Intanto – sottolinea – il centro rimarrà aperto, serenamente». Conferma che le trattative sono in corso anche il vicesindaco leghista Paolo Polidori che, pur non essendo formalmente coinvolto nella vicenda, secondo qualcuno potrebbe rappresentarne un attore dietro le quinte. Dipiazza ieri invece era irraggiungibile.
Stando alle voci, il coltello dalla parte del manico al momento sarebbe nelle mani della Fondazione CRTrieste. E in effetti non sembrerebbe una buona idea, da parte del Comune, arrivare allo scontro con uno degli enti benefici più prolifici nello sviluppo cittadino. Quel che è certo è che fino all’ultimo non si sapeva che cosa sarebbe successo, ieri.
Secondo i beneinformati, in un primo momento l’idea come accennato era di chiudere dal 1° luglio. Tale data è stata smentita successivamente dallo stesso Grilli. La conferma che i tempi si sono effettivamente dilatati è arrivata quando, negli scorsi giorni, gli operatori impiegati in via Udine hanno scoperto che ieri sarebbero stati in turno. Di più però non trapela. —
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