Il caso Staranzano: troppi fedeli a messa
STARANZANO. La parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Staranzano conquista la ribalta nazionale. È finita sul settimanale “Famiglia cristiana” che nell’ultimo numero, precisamente sulla rubrica “Le parrocchie si raccontano”, le dedica due pagine con l’articolo “Dove la messa fa il pienone ogni domenica”. Un titolo che sintetizza la consistente partecipazione dei fedeli alle celebrazioni religiose, ma anche un disagio più volte evidenziato dal parroco don Francesco Maria Fragiacomo, in questi giorni in pellegrinaggio con un gruppo di fedeli a Medjugorie.
La chiesa di Staranzano, costruita nel 1921 e restaurata una decina di anni fa (l’antico campanile invece è del 1765), ha diversi limiti di capienza. Un massimo di 120 persone rispetto a una popolazione di 7.250 abitanti, mentre anche le messe nelle tre frazioni di Bistrigna, Dobbia e Villaraspa sono celebrate a orari differenti. Una capienza, dunque, molto ridotta e una situazione al momento irrisolvibile per costruire una nuova chiesa, poichè mancano risorse sia da parte della parrocchia sia della Curia di Gorizia. Specie in questa fase che vede la diocesi goriziana mpegnata nell’assistenza dei profughi.
«Nella chiesa purtroppo si sta stretti – ribadisce don Francesco – per cui come accade già da qualche anno per le comunioni siamo obbligati ad andare ad esempio a Monfalcone, ospitati nella parrocchia di San Nicolò, oppure a Ronchi dei Legionari». Numeri alla mano, la chiesa risulta insufficiente, per cui spesso i fedeli non riescono neppure a entrare. E così alla domenica si cerca di trovare un’altra soluzione temporanea: mentre i genitori partecipano alla celebrazione in chiesa, i più piccoli possono assistere alla liturgia trasmessa in diretta via streaming su maxischermo.
La crisi economica impone quindi di accantonare il progetto di una chiesa più grande e, allo stesso tempo, riduce anche le elemosine raccolte durante le cerimonie religiose devolute al “Fondo di solidarietà” della parrocchia, a supporto delle famiglie bisognose del paese. Il “fondo”, fra l’altro, si alimenta con offerte di parrocchiani, con feste comunitarie e versamenti di donatori. «Abbiamo in progetto - spiega don Francesco - una sistemazione di tutta l’area parrocchiale delle cosiddette “Stalle rosse” per la costruzione di un oratorio, di sale per catechesi e forse la realizzazione di una grande sala polifunzionale attigua che potrebbe risolvere il problema dei posti. Attendiamo risposte sui finanziamenti. Se Dio vuole e come paese ne abbiamo la volontà si farà».
Del problema della chiesa piccola se ne parla da anni: venticinque anni fa il parroco don “Gigi” Fontanot, infatti, aveva ipotizzato di raddoppiarla in senso trasversale utilizzando una parte del giardino antistante la canonica. Ma di quel progetto non se ne fece più nulla a causa della risposta negativa del ministero delle Belle Arti. Successivamente il parroco che lo seguì, don Fulvio Ostroman (che guida oggi la parrocchia di Sant’Ambrogio a Monfalcone), riuscì a portare a termine la ristrutturazione interna ed esterna con un porticato, mentre le cerimonie religiose, le messe della domenica venivano celebrate nella vicina sala teatrale San Pio X in via De Amicis.
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