Il caso Mediocredito in Parlamento e alla Corte dei conti

Le opposizioni si scatenano sulla crisi dell’istituto di credito. La Lega prepara un esposto. Prodani: «Si muova Bankitalia»
La sede di Mediocredito a Udine
La sede di Mediocredito a Udine

TRIESTE. Esposti alle Corte dei conti, interrogazioni parlamentari, dubbi degli addetti ai lavori sulla cartolarizzazione del portafoglio sofferenze per 357 milioni di euro. Il punto della situazione fatta dalla Regione e dai vertici dell’istituto sul bilancio 2015 di Mediocredito Fvg, il quarto consecutivo in perdita, alimenta nuove polemiche sul presente di via Aquileia e su un futuro, secondo la consigliera leghista Barbara Zilli, da ridisegnare al più presto: «Ha senso mantenere una banca regionale?».

Regione, buco da 39 milioni per Mediocredito
La sede di Mediocredito a Udine

Il progetto della cartolarizzazione è ancora tutto da costruire, ha precisato la presidente Cristiana Compagno. Ma il deputato del Carroccio Massimiliano Fedriga già parla di «operazione folle» e si prepara all’esposto alla magistratura contabile «non appena, inevitabilmente, la Regione sarà costretta a un nuovo aumento di capitale».

Non passa inosservato il -39 milioni del bilancio 2015. Un anno fa la banca annunciava «perdite dimezzate» (da -62,5 a 28,5 milioni di buco), ma il segno “meno” ha avuto un nuovo rialzo. E così, dal 2012 a oggi, si sono sommati passivi per 137 milioni, fronteggiati in parte con un aumento di capitale che in due tranche, tra prestito obbligazionario sottoscritto da Generali e riserve patrimoniali dei soci, ha portato in cassa 85,6 milioni.

Mediocredito, aumento di capitale in vista: Compagno frena
Cristiana Compagno

Tutto questo mentre il consiglio di amministrazione, da un anno all’altro, è costato il 40% in più. Come da trasparenza del sito dell’istituto, compensi ed emolumenti sono infatti passati dai 271.390,27 euro del 2014 ai 380.999,16 euro del 2015.

«Qualcuno si è innamorato della poltrona in Mediocredito Fvg - attacca Fedriga - e ha deciso di tenerla a qualsiasi costo, pur danneggiando i cittadini». Cittadini che, ricorda Fedriga, hanno pure dovuto mettere 3 milioni, un altro “meno” sul bilancio dell’istituto regionale, per contribuire al salvataggio delle famose Carife, CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche. Ma nel mirino del Carroccio c’è soprattutto il via libera del cda di Mediocredito Fvg alla cessione delle sofferenze, decisione che «brucerà il patrimonio netto» (un dato già in calo dai 189 milioni del 2014 ai 145 milioni del 2015).

Friulia cede le quote di Mediocredito
La sede di Autovie Venete e Friulia in via Locchi

Il timore è che le sofferenze cedute sul mercato (già svalutate del 60% negli ultimi anni di bilanci di rosso) finiscano con l’essere svendute. Nelle ultime settimane si è ipotizzato che potessero essere gli stessi soci (in primis Regione e Fondazione CrTrieste) ad acquisire i crediti deteriorati (proprio per evitare ulteriori svalutazioni), come stanno facendo varie banche in difficoltà, ma la soluzione interna per Mediocredito Fvg pare essere di difficile attuazione. «La speranza - dice ancora Fedriga - è che almeno non vengano coinvolte anche le Bcc del territorio».

Un riferimento all’operazione che la società sta concertando con la holding nazionale del credito cooperativo, Iccrea, ma di cui non emergono i dettagli e la cui conclusione è comunque slittata di un anno dopo che la banca, nel luglio scorso, aveva fissato l’obiettivo di poter «affrontare l’esercizio 2016 già con assetti definiti e pienamente operativi nel nuovo scenario di partnership».

Il Mediocredito Fvg stringe l’asse con Iccrea
ANTEPRIMA Udine 27 Aprile 2005.MEDIO CREDITO

A commentare le difficoltà dell’istituto bancario è anche il deputato triestino Aris Prodani che annuncia un’interrogazione al ministero dell’Economia e delle Finanze e la richiesta di «intervento urgente» di Bankitalia: «Mediocredito Fvg è una barca alla deriva senza lo straccio di una figura in grado di governarla, ormai ne abbiamo la certezza. La Regione deve perciò assumersi le responsabilità della situazione: dall’individuazione delle cause, anche promuovendo un’azione di responsabilità, alla proposta di correttivi che non si traducano nell’ennesima ricapitalizzazione o nello scaricare sul mercato le sofferenze».

La consigliera regionale leghista Zilli, infine, denuncia gli «investimenti sbagliati durante la giunta Illy, la cui leggerezza è oggi sotto gli occhi di tutti. Se questi sono i risultati, è necessario prevedere una revisione del modello in essere».

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