Il caso Lorito costa allo Stato mezzo milione
TRIESTE Quanto è costato alle casse pubbliche il caso Lorito? Solo per la difesa dell’ex capo della Mobile di Trieste - uscito a testa alta da un processo durato cinque anni e finito con una piena assoluzione perché il fatto non sussiste - lo Stato ha da poco liquidato, per le parcelle dei suoi difensori, 460 mila euro. Soldi che Carlo Lorito ha diviso tra gli avvocati Giorgio Borean e Riccardo Seibold. I due professionisti triestini avevano sempre creduto nell’innocenza del loro assistito e, per l’appunto, lo hanno traghettato fuori dall’odissea giudiziaria. A questa cifra va aggiunta quella che lo Stato stesso ha dovuto alla fine sostenere per le spese processuali, per i consulenti tecnici della Procura oltre che per l’avvocato Euro Buzzi, pagato 20mila euro per il suo ruolo di consulente informatico della difesa, per la verifica delle trascrizioni delle intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate dalla Squadra mobile. Lorito aveva presentato fin dalla sua assoluzione istanza al ministero degli Interni per il rimborso delle spese legali per la sua difesa.
Gli avvocati hanno così avanzato le loro richieste - da indiscrezioni sembrerebbe fossero originariamente superiori a quanto liquidato ora da Roma - e l’Avvocatura dello Stato ha espresso un parere che in conclusione ha determinato appunto una liquidazione di 460mila euro. «Quella vicenda, quel processo sono stati drammatici. C’è stato un parere dell’Avvocatura dello Stato che noi difensori abbiamo accettato», conferma in modo sintetico Borean alla domanda sulla congruità di quanto stabilito dall’Avvocatura per la parcella della difesa di Lorito. Per lo stesso Lorito, invece, per l’ingusta detenzione - 80 giorni di carcere trascorsi nella prigione di Santa Maria Capua Vetere e poi ai domiciliari - la magistratura non ha previsto alcun risarcimento. L’unico risarcimento per l’ex investigatore è stato quello morale, arrivato a fine 2014 con la revoca da parte dell’allora capo della polizia, Alessandro Pansa, della sospensione dall’incarico, con la conseguente piena riabilitazione.
Per anni, dal momento della sospensione, a Lorito era stato anche tolto lo stipendio. Percepiva solo un assegno cosiddetto “alimentare” inferiore, rispetto al suo stipendio base, del 65 per cento. Lo Stato, dopo che la giustizia ha stabilito la sua innocenza, gli ha riconoscito quanto dovuto in termini di indennità, stipendio e scatti di anzianità. Lorito, poliziotto insignito peraltro di Medaglia d’oro al merito di servizio, dieci anni fa si era visto distrutte figura pubblica e carriera. Ad arrestarlo il 17 novembre 2007 nella sua abitazione triestina erano stati gli uomini della Mobile di Trieste, gli stessi che lui per anni aveva diretto. Allora Lorito guidava l’Anticrimine di Gorizia. L'accusa sosteneva si fosse fatto corrompere, avesse ricevuto cocaina e in cambio avesse rivelato il contesto di alcune indagini antidroga che in quel momento venivano svolte da altri colleghi, facendole fallire. Nel luglio 2012 la piena assoluzione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo