Il caso della Eaton sbarca in Parlamento

Interrogazione della deputata Savino: «La ripresa non ha coinvolto gli addetti messi in mobilità»

La forza lavoro alla Eaton Automotive di Monfalcone è un terzo di quella di dieci anni fa: 150 invece di 450 dipendenti. Lo stabilimento, dove si producono valvole per motori di automobile, però, è rimasto aperto, a differenza di altri siti in Italia, come Massa e Rivarolo Canavese. Grazie anche alla mobilitazione del territorio, alla professionalità della manodopera e alla qualità del prodotto.

Al momento lo stabilimento di via Bagni nuova lavora, cinque giorni alla settimana per tre turni al giorno, in sostanza per Volkswagen. La produzione si aggirerebbe sulle 50mila valvole al giorno. La speranza è che la ripresa, anche del mercato dell’auto, si consolidi per la stessa Eaton dove si è ricorsi, un paio d’anni fa, per 70 lavoratori alla mobilità nel frattempo scaduta. Ai nuovi carichi di lavoro Eaton avrebbe però fatto fronte ricorrendo al lavoro interinale, stando a quanto dichiarato dall’assessore provinciale al Lavoro Ilaria Cecot a fine marzo, quando il Centro per l’impiego e la Provincia sono stati chiamati a gestire la perdita del lavoro e quindi la ricerca di una nuova occupazione e il prolungamento degli ammortizzatori sociali per gli ex dipendenti Eaton.

Il problema rimbalza in Parlamento con l’interrogazione che la deputata Sandra Savino (Forza Italia) ha rivolto al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi. La deputata chiede «quali azioni intende il governo porre in essere congiuntamente con la Regione Friuli Venezia Giulia al fine di istituire un tavolo di concertazione e analisi, composto dalle parti sociali e dai rappresentanti dell’azienda, per affrontare il caso dell’Eaton». Al ministro la deputata e segretaria regionale forzista domanda però anche di considerare l’ipotesi di un tavolo di confronto allargato, per affrontare la crisi che ha colpito anche altre aziende della provincia, tra cui la Detroit di Ronchi dei Legionari, la cooperativa Ite e la Tex Giulia di Gorizia. Secondo Savino è significativo il tasso di disoccupazione della provincia di Gorizia, passato dal 3,4 del 2004 all’8,7 del 2014, il più alto della regione, così come sul versante della cassa integrazione si è registrato un aumento del 52% su base annua. «Si tratta di dati che simboleggiano la sofferenza di un territorio - aggiunge - che non può supportare ulteriori perdite sul fronte occupazionale, perché le opportunità di riconversione sono estremamente basse». Nel caso della Eaton «a una ciclo di sofferenza dell’azienda, e ai conseguenti 112 licenziamenti, è seguita una fase di ripresa produttiva con relative assunzioni che non hanno però coinvolto gli addetti messi in mobilità. Parliamo in buona parte di capifamiglia che sono chiamati a garantire un futuro ai propri figli, e una realtà produttiva non può non prescindere da un legame sociale con il territorio».

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