IL CASO A Gorizia dà fastidioanche la musica natalizia

Proteste degli universitari contro la filodiffusione mattutina di Jingle Bells. Gorizia sempre più città dei Comitati
GORIZIA
. Adesso a Gorizia dà fastidio pure la musica natalizia diffusa dalla filodiffusione. Il volume è troppo alto, disturba, non permette di svolgere le proprie quotidiane occupazioni. E a protestare non sono soltanto alcune famiglie poco tolleranti. Anche alcuni universitari che risiedono nella ”Casa dello studente” si sono lamentati. Hanno telefonato alla segreteria del Comune di Gorizia e alla redazione. «La musica, alle 8, è assai poco sopportabile per chi vuole dormire.


E anche durante il giorno non ci permette di essere abbastanza concentrati per gli studi»: questo il tenore di una delle telefonate giunte in municipio che ha fatto sobbalzare letteralmente sulla sedia chi ha risposto. Vuoi vedere che anche qualche universitario è stato affetto dalla ”gorizianite”: quella malattia tipica della città che porta a protestare sempre e comunque, ad essere insoddisfatti, a raccogliere le firme per ogni cosa, a creare Comitati.


LE PROTESTE.
Eh sì. Gorizia è, senza dubbio, la città del no se pol. Succede qualcosa che modifica il solito tran tran o le compassate abitudini del goriziano medio? Bene, scatta la petizione o la lettera al sindaco, al prefetto, al questore e a tutte le autorità possibili e immaginabili. Dalla scuola di musica riecheggiano i suoni dei pianoforti o delle chitarre dei musicisti in erba? Si scrive una lettera al giornale, lamentando quella terribile nenia che trapana i timpani.


Un bar organizza un concertino sicuramente non nel cuore della notte ma in una piacevole serata estiva? Viene chiamata la Polizia alle 20 perché quella «terribile musica» non permette di seguire i programmi televisivi. «Gorizia italiana, tollerante, concorde», scrisse nel lontano 1848 il glottologo Graziadio Isaia Ascoli. Ma si ha un bel daffare, oggi, nell’individuare la ”tolleranza” di una città che dimostra di non sopportare... nulla. I


COMITATI.
Le antenne per la telefonia mobile proliferano? Nasce il Comitato Salute&Ambiente per opporsi ai tralicci. Il Piano del traffico riserva brutte sorprese alla zona nord della città? Ecco pronto il Comitato degli operatori economici. Senza dimenticare il Coordinamento per la salvaguardia della sanità isontina, il Comitato contro l’inquinamento transfrontaliero o i gruppi di cittadini che si oppongono agli schiamazzi notturni, tanto per citarne alcuni. Gorizia sta diventando la città dei comitati. Inesorabilmente.


Certi hanno ragione di esistere come quelli sopracitati e il sodalizio che, da anni ormai, si batte contro la fonderia Livarna ma ci sono altri che scendono in campo soltanto... per il gusto di farlo. Una delle proteste più fantasiose ha riguardato di recente i gazebo dei bar. In tempi non sospetti, sono state raccolte 700 firme contro quelle strutture che, in questi ultimi anni, sono comparse sui controviali di Corso Italia: di fatto, è sorto un nuovo comitato. È risaputo che non tutti «digeriscono» tali manufatti, molti li osteggiano, molti li smantellerebbero senza pietà: tant’è che qualcuno ha condotto la sua bella raccolta di firme.


LO SFOGO.
La vocazione al ”no se pol” di Gorizia è assolutamente di vecchia data. E allora tornano prepotentemente d’attualità le parole pronunciate tre anni fa dall’allora sindaco di Gorizia Vittorio Brancati al convegno «Presentazione dei progetti di collaborazione transfrontaliera» svoltosi nella sala consiliare del Comune. L’incontro fornì l’occasione al primo cittadino per uno sfogo. «Basta con questa cultura del no se pol - disse Vittorio Brancati - . A Gorizia nascono comitati contro ogni cosa: contro lo skatepark, contro l’isola pedonale, contro i bar, persino contro la sagra di Sant’Anna. Ma dove pensiamo di andare in questa maniera, opponendoci a tutto?».


Parole che risalgono, appunto, a tre anni fa. Da allòra è cambiata l’amministrazione comunale (dal centrosinistra si è passati al centrodestra) ma non è affatto cambiata la propensione della città a lamentarsi, raccogliere firme, protestare. Corsi e ricorsi storici.


RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo