Il cappello di Sissi venduto a 134mila euro
UDINE. Quanto può valere un cappello da cavallerizza indossato dall’imperatrice Elisabetta d’Austria, più nota al mondo con il nome di Sissi? Gli esperti della casa d’aste Dorotheum di Vienna l’avevano stimato tra i 2.000 e i 4.000 euro e con questo valore l’avevano inserito nel catalogo dei cimeli della casa imperiale che una volta all’anno vengono proposti per la vendita all’incanto.
Non avevano fatto i conti però con il mito della scomparsa penultima imperatrice, che sopravvive intatto a oltre un secolo dalla sua morte, grazie anche alla leggendaria trilogia consegnata alla storia del cinema da Romy Schneider e alla più recente interpretazione dell’attrice italiana Cristiana Capotondi, che ha incantato anche il pubblico austriaco. Souvenir di una dinastia imperiale come quella degli Absburgo non hanno un valore artistico o storico, ma contano per il loro valore simbolico, che è impossibile da stimare.
Nel caso del cappello di cavallerizza - un copricapo nero di forma cilindrica, con un nastro di tulle sopra la tesa chiuso sul retro da un fiocco dello stesso tessuto – sul piatto della bilancia ha pesato il fascino dell’augusta signora che lo aveva portato sul capo, la sua leggendaria bellezza, la sua vita tormentata, la sua tragica morte a 60 anni per mano dell’anarchico italiano Luigi Lucheni, che la trafisse con una lima, forse senza nemmeno sapere chi fosse.
Sono probabilmente queste le ragioni per cui inspiegabilmente su quel cappello, di per sé insignificante, nel Dorotheum di Vienna si è scatenata una gara al rialzo. Alla fine ha avuto la meglio una concorrente, presente in sala, che ha presentato un’offerta da capogiro: 134.500 euro. Quasi cinquanta volte il prezzo di partenza. Quando il banditore Matthew Hagerty ha annunciato quell’importo e ha chiesto chi offrisse di più, senza ottenere risposta, ci sono stati attimi di grande, palpabile emozione in sala. Il suo martello ha quindi sancito l’aggiudicazione a un prezzo che, nel settore dei memorabilia absburgici non ha precedenti.
Il record precedente era stato raggiunto lo scorso anno e aveva riguardato un ritratto – anche quella volta un ritratto di Sissi – aggiudicato per 89.000 euro.
Sull’identità dell’acquirente il Dorotheum, com’è sua consuetudine, ha sollevato un impenetrabile scudo protettivo. «Di solito – spiega lo storico Georg Ludwigstorff, che ha cura degli oggetti messi all’asta dalla casa viennese – le offerte d’acquisto giungono da musei e da istituzioni pubbliche, ma anche da privati collezionisti». I cataloghi delle aste viennesi vengono pubblicati con largo anticipo e spediti in tutto il mondo e da tutto il mondo arrivano (o si fanno rappresentare) gli interessati a partecipare.
L’anonima acquirente del cappello dell’imperatrice era una di questi ed era talmente interessata a quell’oggetto da voler partecipare personalmente alla gara. Tutti gli altri cimeli posti all’asta - erano circa 200 - sono stati ceduti a prezzi nettamente inferiori, in genere per qualche migliaio di euro. Tra essi, un cofanetto con due sigari “Regalia Media” appartenuti all’imperatore, collocati per 34.460 euro; una cioccia di riccioli tagliati a Francesco Giuseppe all’età di tre anni e mezzo, quando non era ancora imperatore, ma già granduca, aggiudicati per 14.940 euro; un paio di gemelli con le iniziali maiuscole “FJI”, aggiudicati anch’essi per 34.460 euro.
Tra gli oggetti più curiosi messi all’asta figuravano anche un fazzoletto di Francesco Giuseppe, un catino in stagno in cui l’imperatore si lavava i piedi e i mutandoni da uniforme che l’imperatore aveva indossato nel 1897 e che, in tedesco, vengono definiti anche “Liebestöter”, perché sono la negazione di qualsivoglia sex-appeal. Qualcuno se li è portati via, ma il comunicato del Dorotheum non riferisce a quale prezzo.
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