Il cantiere infinito dell’ex “base” di Illy in via Carducci

Lavori da rifare: slitta di 18 mesi la riapertura del palazzo Pronta ma inutilizzata la vecchia sede della Corte dei conti
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Slitta di un anno e mezzo la riapertura del palazzo della Regione di via Carducci, l’ex “base” della giunta in era Illy quando ancora erano in corso i cantieri nell’attuale sede istituzionale di piazza Unità. Una struttura, quella di via Carducci, valutata 23 milioni di euro. I lavori, cominciati tre anni fa e dati ormai per conclusi, dovranno subire un ulteriore “ritocco” che rende necessaria una nuova gara d’appalto. Si tratta di un intervento sull’antincendio: una “compartimentazione” dei piani che vanno sistemati come imposto dalle normative, spiega Nicola Manfren, vice-ragioniere generale. Andranno rifatti pure gli impianti, a cominciare da quelli elettrici. Finora sono stati completati solo quelli del pianoterra che in un primo momento sembravano bastare, ma poi le leggi sulla sicurezza hanno costretto i tecnici a estendere il progetto.

In base al “piano sedi” varato nella scorsa legislatura (che potrebbe essere rivisto alla luce della riorganizzazione delle direzioni seguita al riordino della deleghe degli assessorati) in quegli spazi troverà posto buona parte degli uffici distaccati in via San Francesco: Cultura, Sport, Istruzione, Lavoro e Formazione. Settori che saranno distribuiti, oltre che nell’edificio di via Carducci, anche in quello di via Milano fresco di ristrutturazione. L’immobile di via San Francesco, quando tutti gli interventi edili saranno finiti, sarà dismesso. Il cambio rientra in un’ampia strategia di razionalizzazione, con la conseguente vendita dei palazzi periferici considerati non più indispensabili. L’intento è passare da 21 a 13 edifici regionali nel capoluogo, con una progressiva eliminazione degli affitti, la valorizzazione degli immobili in proprietà e l'accorpamento dei settori amministrativi omogenei. Il progetto, che si chiuderà secondo le previsioni nel 2017, coinvolgerà oltre 1.500 dipendenti. Così via Giulia in futuro resterà il “braccio tecnico” della Regione e manterrà le direzioni Ambiente e Infrastrutture, mentre le strutture centrali come quelle di piazza Unità, Riva Nazario Sauro, Corso Cavour e le stesse via Milano e via Carducci, accoglieranno il resto. Logicamente si tratta di un mega trasloco che si protrarrà negli anni, man mano che in ciascun edificio verranno chiusi i cantieri. Le direzioni tecniche di Ambiente e Infrastrutture, ora in via Giulia, ad esempio, in un primo momento dovranno trovare ospitalità nel palazzi centrali, come in via Carducci; chiusi i cantieri potranno fare ritorno nella sede rinnovata sede originaria. Va da sé che per mandare gli operai sarà necessario prima chiudere i lavori di via Carducci. Ci sono 300 dipendenti da spostare. Prima di un anno e mezzo, dunque, non se ne parla.

Per il momento resta in stand- by pure via Milano, la cui ristrutturazione (manca solo l’allacciamento del gas) è stata conclusa già una decina di mesi fa. È l’ex sede della Corte dei Conti, sulla quale il consigliere di Fi-Misto Bruno Marini ha già preparato un’interrogazione: «Nel palazzo – scrive – avrebbe dovuto trasferirsi la direzione Cultura, Istruzione e Sport attualmente dislocata i in più edifici. Perché non si è nemmeno cominciato a rendere funzionale e agibile la sede?». «Dipende dal fatto che fino a pochi giorni fa era in atto una riorganizzazione delle direzioni avvenuta in seguito all’assegnazione delle nuove deleghe agli assessorati», risponde l’assessore Francesco Peroni. «L’apparente stasi è dovuta a questo: la logistica si è congelata in attesa che il processo assumesse un quadro stabile. Sarebbe stato illogico operare sulla vecchia geografia delle direzioni senza attendere prima il nuovo riassetto».

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