Il Canale di Ponterosso si allungherà fino alla chiesa di Sant’Antonio

Il Comune pronto a lanciare una selezione sul futuro cantiere della piazza: ipotesi riapertura del tratto interrato per un ritorno al passato
Una suggestiva immagine del Canale di Ponterosso
Una suggestiva immagine del Canale di Ponterosso

TRIESTE Un ritorno al passato. Un omaggio alla storia, alla tradizione e alla cultura di Trieste. E, tecnicamente ed esteticamente, uno stravolgimento dell’attualità. La futura riqualificazione di piazza Sant’Antonio, degli adiacenti tratti di via Bellini e via Rossini e delle due stradine laterali rispetto alla chiesa, cioè via Ponchielli e via Paganini, potrebbe infatti non risolversi esclusivamente nella ripavimentazione con gli storici masegni.

Per arrivare al progetto da finanziare nel 2016, infatti, il Comune vuole lanciare un Concorso di idee. La novità è che la struttura di questo concorso dovrebbe avere una biforcazione per due direzioni progettuali diametralmente opposte.

La prima: restyling con il mantenimento dell’odierno assetto di piazza e dintorni. La seconda, quella rivoluzionaria e che farebbe tornare indietro di oltre ottant’anni: rinnovare con la riapertura della parte del Canale di Ponterosso davanti alla chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, porzione interrata (usando materiali di risulta delle demolizioni effettuate all’epoca nelle zone del ghetto e di città vecchia) dal 1934. Una svolta che ha del clamoroso dopo anni in cui per quell’area molto si è dibattuto in merito anche alla realizzazione del famoso parcheggio sotterraneo, ipotesi mai portata a compimento.

Un'immagine storica tratta dall'archivio di Claudio Ernè
Un'immagine storica tratta dall'archivio di Claudio Ernè

Riaprire il Canale significherebbe in pratica scoperchiare il tratto centrale che oggi va da via San Spiridione-via Filzi a piazza Sant’Antonio, sino all’altezza di via Dante e via XXX Ottobre. In mezzo, ci sono pavimentazione, una fontana e sottoservizi. Una prospettiva che si potrebbe realizzare solo se il Comune premierà come vincitore del Concorso di idee un partecipante lanciatosi nel più rischioso, ma forse più affascinante, dei due sentieri. Il cantiere seguirà quello delle sponde del Canale (dalle Rive verso Ponterosso), che il Comune rifarà il prossimo anno sempre impiegando l’antico masegno, per una parte di provenienza dal Porto vecchio con il placet dell’Authority.

«Dopo il futuro affidamento dell’appalto per le sponde del Canale, il prossimo obiettivo sarà il completamento dell’area - spiega il sindaco Roberto Cosolini, che guarda al 2016 con appetito elettorale considerato che a primavera si andrà al voto per le comunali -. Con la progettazione per piazza Sant’Antonio, inevitabilmente si riproporrà un tema che più volte si era posto in passato: l’opportunità o meno di riaprire la parte interrata del Canal Grande. Il vero tema sarà se esista o meno la possibilità di ridargli la sua integrità originaria. Un’eventuale scelta di pregio anche in termini identitari considerato il rapporto della città con il mare, che aveva con il Canale una sua rappresentazione. L’avevo rilevato anche nel mio programma di mandato: dobbiamo trasformare Trieste da città sul mare a città di mare. Dopo piazza Unità, il Canale è la parte di Trieste - prosegue Cosolini - più vista sul web e fotografata assieme a Miramare».

Un punto, però, il sindaco lo chiarisce da subito: «Se fatto bene, il progetto di riaprire quella parte costerà parecchi soldi: non potranno essere certo utilizzati - conclude il primo cittadino - quelli delle dotazioni ordinarie con cui si fa fronte alle manutenzioni. Parliamo infatti di un progetto straordinario che attingerebbe a risorse straordinarie, da reperire».

La giunta produrrà nelle prossime settimane l’atto che darà il via all’iter del Concorso di idee. «Così - osserva l’assessore a Patrimonio e Lavori pubblici, Andrea Dapretto, ieri in sopralluogo sul posto con Cosolini - daremo una configurazione definitiva a tutto il Canale di Ponterosso, che si sommerà alle riqualificazioni di via Trento e largo Panfili, piazza Ponterosso, e della prossima in via XXX Ottobre, arrivando ai raccordi con le altre zone pedonali esistenti». Un tema delicato sarà proprio quello della «connessione dei diversi sistemi di pavimentazione».

Sulla possibile riapertura della parte interrata del Canale, Dapretto aggiunge: «Da uno scavo recente per lavori abbiamo avuto ulteriore conferma di come le sponde siano ancora integre. A fine mandato vorremmo lasciare un pensiero definitivo sull’opera, sperando di poterla concludere in una seconda consiliatura. In passato - chiude Dapretto -, prima della stagione delle pedonalizzazioni, vi era stato un progetto di Gigetta Tamaro per la riapertura del tratto del Canale. Si era dibattuto molto della questione. Ma credo che ora Trieste sia matura per accettare questa prospettiva».

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