Il Canal Grande allungato spacca i triestini
TRIESTE Il campione, raccolto dal sondaggio del “Piccolo”, si spacca. Un 51% abbondante è favorevole a riportare l’acqua del Canal Grande quasi sotto la facciata della chiesa di Sant’Antonio. Un 46% altrettanto abbondante è invece contrario a questa riedizione del Borgo Teresiano vecchia maniera. Il resto si astiene dalla lizza e ammette «non so». Hanno partecipato all’iniziativa 4864 cittadini.
Se la campionatura emersa alle ore 19 del tardo pomeriggio di ieri è rappresentativa degli umori metropolitani, Trieste si divide a metà, confermando l’andamento che si è andato configurando fin dalla prima giornata di sondaggio. L’opinione pubblica si spartisce tra chi ritiene che un intervento di questo tipo abbia senso in termini di urbanistica e di arredo urbano e chi al contrario lo ritiene inutilmente costoso.
Ordini di valutazione che si rinvengono nei differenti commenti degli amministratori comunali, al governo e all’opposizione. Per esempio, il sindaco Roberto Cosolini è soddisfatto della tendenza evidenziatasi nel sondaggio.
«Innanzitutto questa proposta - risponde il primo cittadino - ha sollecitato l’attenzione e il dibattito della platea cittadina. Le reazioni sembrano in gran parte positive, benchè oggettivamente si tratti di un’idea che solleva numerosi punti interrogativi. Questo è un fatto favorevolmente sintomatico, in quanto Trieste è in genere piuttosto prudente a fronte delle novità».
«Credo - riprende Cosolini - che le voci contrarie si siano espresse ritenendo che le risorse, eventualmente utilizzabili per l’allungamento del Canale, vengano distratte da destinazioni di spesa dalla più forte connotazione sociale. Lo ripeto: non storneremo fondi, cercheremo i soldi su bandi finalizzati alle ristrutturazioni di ambiti urbani». «In una città - conclude il sindaco - che tanto ci tiene alla sua identità marittimo-portuale, perchè non verificare le possibilità di una riscoperta di spazi urbani collegati proprio a questa storia e a questa vocazione?».
Sulla spaccatura del campione Everest Bertoli, capogruppo di Forza Italia e deciso oppositore del progetto Canale, non ha dubbi: «C’è una città che guarda al passato e c’è una città che pensa al futuro. E il futuro non scorre attraverso l’allungamento del Canale. Con tutte le necessità realizzative di cui la città ha bisogno in termini di lavori pubblici, questa non è certo una priorità».
Giudizio negativo sul quale si ritrova il consigliere del M5s Paolo Menis. «Progetto inutile, anche qualora fosse finanziato con contributi della Ue: non vorrebbe certo dire che l’intervento sarebbe gratuito! Non si comprende quale potrebbe essere il ritorno economico di tale operazione, a parte quello che andrebbe a beneficio dei realizzatori». «Il campione si spacca - secondo l’esponente grillino - perchè c’è una componente cittadina che probabilmente ritiene simpatica e carina quest’idea».
Tutto è iniziato a metà settimana, quando l’assessore ai Lavori Pubblici, Andrea Dapretto, ha lanciato la proposta di un concorso di idee per il futuro cantiere di Sant’Antonio, cantiere dove potrebbe trovar posto la riapertura del tratto interrato del Canale. Interramento che avvenne nel 1934 utilizzando materiali di risulta provenienti dalle demolizioni effettuate all’epoca in Città Vecchia e nel ghetto.
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