Il campus universitario sta prendendo forma nell’ex ospedale militare
Ha cambiato aspetto in queste ultime settimane, comincia di nuovo ad avere la forma di un edificio e non di un rudere annegato fra le impalcature, ma quando sarà finito probabilmente avrà anche perso, scopriremo, la sua originaria fattura più o meno in stile “neogotico”, e comunque color giallo-impero (sul colore però è meglio aspettare l’esito prima di pronunciarsi). Insomma in questo “deserto delle opere” e con l’edilizia che chiude decine e decine di imprese, l’ex ospedale militare di via Fabio Severo è uno dei pochissimi cantieri improvvisamente attivi, anzi, superattivi, a Trieste.
«Dopo il fallimento di una delle ditte impegnate, e dopo che l’appalto è stato girato per intero alle ditte Ciro Menotti e Luci - conferma Aurelio Marchionna, il responsabile per l’edilizia universitaria che assiste il rettore Francesco Peroni in questo campo - il cantiere sta procedendo molto velocemente, lavorano in contemporanea fino a 50-60 operai. Hanno davvero cominciato a correre, infatti lo si vede, l’edificio ha cambiato aspetto. Il tetto è stato completato, si stanno finendo gli impianti». Lo scorso dicembre mancavano ancora la copertura dell’edificio principali, impianti e finiture.
Se il ritmo resterà così teso, il ritardo accumulato da questa grande e complessa ristrutturazione iniziata nel 2008, che nell’ottocentesco ex ospedale militare ricaverà un grande campus per studenti universitari, l’opera potrebbe veramente essere conclusa il prossimo novembre. L’impresa ha infatti nuovamente confermato la data. Alla fine dello scorso anno c’era stato un “ribaltone” di imprese dovuto alla crisi della Coop 3 di Monfalcone. A gestire il cantiere sono rimasti la Ciro Menotti e la Luci, che però operativamente si è affidata a una nuova società consortile formata, in quel drammatico momento, dalle aziende subappaltanti. Salvato il salvabile, il cantiere si è messo moto a nuova velocità. L’opera (14 mila metri quadrati), passata per lungo disinquinamento da amianto, e poi da combustibile spanto nei terreni e nelle fondamenta, è finanziata da Stato, Fondazione CrTrieste e in piccola parte dalla Regione.
L’Università, i cui piani edilizi sono solo parzialmente finanziati, ma quando lo sono lo stanziamento risale ad anni assai precedenti la crisi attuale, sta per far partire altri due cantieri. «A breve indiremo la gara - dice Marchionna - per gli edifici “F1” e “F2” nel parco di San Giovanni, nei pressi del teatrino “Franco e Franca Basaglia”, dove completare gli edifici per la facoltà di Psicologia. La progettazione è ultimata, anche quella esecutiva. Inoltre in questi giorni stiamo per firmare il contratto di appalto per una parte del polo umanistico, in via Lazzaretto vecchio 8».
L’annuncio, assieme ad altri, appare anche sul sito della Regione tra i progetti 2013 del piano triennale delle opere universitarie. Il lotto di via Lazzaretto vecchio è da 5,5 milioni di euro, quello delle due palazzine di Psicologia (acquisto e ristrutturazione) vale 7 milioni e 880 mila euro. Psicologia nel frattempo ha già traslocato nel parco di San Giovanni lasciando la sede in affitto di via Sant’Anastasio, ma il polo è stato avviato con metà delle strutture necessarie.
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