Il campo di San Giovanni “scippa” i fondi al Ferrini

La giunta dirotta sull’impianto sportivo della società sportiva di viale Sanzio i 312mila euro inizialmente destinati al rifacimento della sede del Ponziana
Una partita giocata sul campo del San Giovanni in viale Sanzio
Una partita giocata sul campo del San Giovanni in viale Sanzio

TRIESTE Ubi maior, minor cessat. La celebre locuzione latina per la quale «a fronte di una situazione di maggiore importanza, l'altra viene inevitabilmente a decadere» calza a pennello per fotografare lo stato dei fatti sul fronte dei lavori pubblici che interessano i campi di calcio triestini. Due in particolare: il terreno di viale Sanzio, “casa” della società sportiva San Giovanni, e lo Stadio Ferrini, un tempo teatro delle vicende del glorioso Ponziana, poi tristemente sparito dal panorama calcistico locale. La giunta comunale ha infatti deciso «la revoca del progetto preliminare e definitivo approvato nel dicembre del 2012 che prevedeva i lavori di sistemazione del campo del Ponziana». Nel documento si evidenzia inoltre che, per quel che riguarda nello specifico l'importo del «mutuo ventennale di 400 mila euro contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, sul quale non è stato effettuato alcun pagamento, sarà avviata la procedura di devoluzione a favore di un’altra opera».

L’intervento in questione è proprio quello del rifacimento del manto erboso del terreno di Viale Sanzio, il cui progetto esecutivo è stato approvato con una spesa preventivata di 312mila euro, di cui 12mila per oneri della sicurezza. Un intervento dichiarato «immediatamente eseguibile attraverso la devoluzione parziale del mutuo già contratto per la sistemazione del campo Ferrini». Dunque tecnicamente un trasferimento nella destinazione di risorse e allo stesso tempo un cambio di rotta sul fronte delle priorità. Ubi maior minor cessat appunto.

«L'intervento sul terreno di Viale Sanzio, ormai vetusto e detriorato, era atteso da tempo da una società che sta portando avanti una importante attività sportiva a tutti i livelli - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici Andrea Dapretto -. Il Ferrini sta imboccando invece un percorso diverso ed è in attesa di una nuova programmazione. Dunque è sembrato opportuno spostare queste risorse in un altro capitolo di spesa per rispondere ad una esigenza immediata come quella del San Giovanni».

L'intervento di riqualificazione di Viale Sanzio prevede la sistemazione di un nuovo manto in erba artificiale, previo asporto e smaltimento di quello esistente, il mantenimento delle adeguate pendenze con la rete di canalizzazioni di scolo delle acque meteoriche ed il posizionamento di un adeguato materassino drenante ed antitrauma. L'opera partirà una volta indetto il bando di gara e i tempi di esecuzione sono stimati in 120 giorni, durante i quali l'area in oggetto sarà interdetta all'accesso, mentre rimarranno in funzione la sede sociale e gli spogliatoi già realizzati.

Resta da capire cosa succederà invece dello stadio Ferrini di Ponziana. Una struttura inaugurata appena vent'anni or sono, inutilizzata ormai da mesi ed in uno stato di completo abbandono. Un gioiello vittima di una triste parabola, al pari della gloriosa società biancoceleste, la più antica della città, fondata nel 1912 e dunque con un secolo di storia abbondante alle spalle. Una storia ricca di pagine entusiasmanti (su tutte il titolo nazionale dilettanti del 1960 e gli epici derby con la Triestina a metà degli anni '70), ma sulla quale è calato il sipario dopo il ritiro dal campionato di Prima Categoria nell'annata 2014-2015, a causa di problemi economici che hanno portato allo svincolo dei giocatori e alla completa sparizione della società. Senza dimenticare il braccio di ferro tra l'amministrazione municipale e la proprietà culminato con la revoca della concessione ed il ricorso alle vie legali per rientrare in possesso dell'impianto. «Il Ferrini non morirà ma anzi è destinato ad una nuova vita - spiega l'assessore comunale allo Sport Edi Kraus -. Sarà indetta una gara per la nuova concessione della struttura che dunque troverà una sua collocazione. L'idea è quella di un impianto in cui ci sia spazio non solo per il calcio, ma anche per altri sport, come ad esempio il rugby, con una attenzione particolare per l'attività giovanile e per l'aggregazione sociale di tutto il rione.

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