Il calendario in bisiaco fa rivivere la storia delle ville di una volta

La tradizione del circolo Brandl di Turriaco ospita le immagini

attinte dalla fototeca del Consorzio culturale Monfalconese

Ciro Vitiello
La presentazione del “Calandario dei paesi bisiachi” Foto Bonaventura
La presentazione del “Calandario dei paesi bisiachi” Foto Bonaventura

TURRIACO Il cuore della Bisiacaria, cioè Turriaco, batte forte a difesa delle proprie radici e delle sue tradizioni. Nella sala dell’oratorio parrocchiale, gremita di gente, il Circolo culturale e ricreativo don Eugenio Brandl ha infatti presentato l’edizione numero 28 del “Calandario dei Paesi Bisiachi” dedicato per il 2023 a “Le vile de’ na volta”. Più che un calendario, è un compendio di tante storie di queste terre, ricavate da ricerche e testimonianze di usi e costumi di una volta.

La presidente del Brandl, Elisa Baldo, sottolinea come il “calandario” abbia successo «perché la gente è attaccata alla propria terra, vengono recuperati aspetti del territorio e foto oramai finiti nel dimenticatoio, ma che diventano attuali per le nuove generazioni».

Agli autori, Sergio Gregorin e Ivan Portelli e al moderatore Flavio Gon, è stato affidato il compito di illustrare la nuova edizione. «Per ognuno dei 12 mesi – spiega Gregorin – è stata scelta una villa della Bisiacaria dalla preziosa Fototeca del Consorzio culturale del Monfalconese. Le immagini riportano le ville così com’erano nei periodi migliori della loro storia e danno un segnale a ognuno di tutelare il patrimonio storico di cui sono portatrici cioè tradizioni, cultura, arte e architettura».

La copertina è dedicata alla Villa Carlo/Emma di Ronchi fatta costruire nel 1835 dal conte Armando de Morè Pontgibaud, poi dal 1964 utilizzata dall’Enel per uffici e rimesse. È spettato a Portelli illustrare le altre ville, a cominciare da “Le vile del cantier” a Monfalcone del 1920, tutte circondate da giardini, costruite per dirigenti e impiegati nel quartiere di Panzano. Importanti abitazioni con una propria identità architettonica, alcune con tratti classici, altre di stile veneziano, altre dal gusto “liberty”.

Spazio a “Vila de Fabris” di Begliano, famiglia di origine carniche, quindi la Villa Priuli a Turriaco “al palaz col Curtivon” di patrizi veneziani tra il XVI e XVII secolo, Casa Paparotti-Deiudonné a Monfalcone. E ancora Villa Castelnuovo sul Carso di Sagrado, Villa Sbruglio Prandi a Cassegliano, il Castello Alimonda a Sagrado del 1888, Villa Luisa a San Canzian, Villa Settimini a Pieris, Villa Valentinis, della famiglia presente fin dal 1333 a Monfalcone, quindi Villa Santeliana sul Colle Sant’Elia, Villa Hinke a Ronchi e infine Villa Cosolo a Fogliano. Nella sala esposta la galleria fotografica, curata da Rinaldo Baldo, delle copertine del “Calandario” nato nel 1996 da un’idea di Armando Tomasin e Dorino Fabris, senza dimenticare la “satira bisiaca” di Livio Comisso. Alla presentazione sono state lette testimonianze “in bisiac” da Elisa Baldo, Flavia Spanghero e Sergio Floreani.

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