Il caldo risveglia 400 tartarughe “aliene”, invasione frutto di sequestri e abbandoni

Il pellegrinaggio di cittadini che scelgono di affidare gli animali al centro faunistico di Baradel dopo la stretta legislativa
Bonaventura Monfalcone-23.06.2019 Visita al centro avifauna selvatica-Tartarughe acquatiche-Fossalon-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-23.06.2019 Visita al centro avifauna selvatica-Tartarughe acquatiche-Fossalon-foto di Katia Bonaventura

Tartarughe "aliene", il Centro faunistico di San Canzian ne accoglie a bizzeffe


MONFALCONE Di tartarughe palustri americane il Centro regionale per il recupero della fauna esotica di Terranova, nel territorio di San Canzian d’Isonzo, ne ospita già circa 400. Il numero delle testuggini è però destinato ad aumentare ancora da qui al 31 agosto, termine ultimo fissato dal ministero dell’Ambiente per la denuncia degli esemplari della specie “aliena”, ritenuta molto invasiva, ma già molto diffusa in natura, a causa delle migliaia di rilasci incontrollati effettuati negli ultimi anni.

Ce ne sono anche nell’Isonzato, vicino cui sorge il Centro per la fauna esotica, l’unico autorizzato dalla Regione ad accogliere le Trachemys scripta, nome scientifico della specie. «La questione è che le Trachemys vengono acquistate o ricevute quando sono molto piccole – spiega Damiano Baradel, il gestore del centro, che è anche di recupero della fauna selvatica –, ma poi crescono e tenerle in appartamento diventa problematico».

Basta dare un’occhiata agli esemplari che nella giornata di sabato, dopo un piovasco, approfittano del sole apparso tra le nuvole per riemergere dagli stagni che Baradel ha realizzato appositamente per accoglierle, grazie ai fondi ad hoc ricevuti dalla Regione. I maschi arrivano fino ai 15 centimetri, mentre le femmine possono raggiungere anche i 25 centimetri. «È una specie originaria del Nord America e purtroppo negli ultimi anni è stata liberata in quantità enormi – sottolinea Baradel –. Pare che riesca a riprodursi in natura anche in Italia, provocando il rischio di un drastico calo, se non dell’estinzione, della Emys orbicularis, cioè della testuggine palustre europea, che è una specie rara e tutelata a livello comunitario».

Non a caso nel dicembre del 2017 è stato varato un decreto legislativo che autorizza i possessori di esemplari di Trachemys a detenerli fino alla fine della loro vita naturale, purché il possesso sia denunciato entro 180 giorni dall’entrata in vigore dello stesso decreto legislativo (il termine è però appunto slittato dal 14 agosto 2018 al 31 agosto di quest’anno) e sia richiesto il permesso previsto. «Le Trachemys non possono nemmeno più essere vendute o scambiate e le sanzioni sono davvero pesanti, anche per chi non rispetti l’obbligo di evitare un rilascio in natura», aggiunge Baradel. Per i privati si arriva a sanzioni fino a 50 mila euro, per l’importazione e commercializzazione a 150 mila.

Non a caso dallo scorso anno ormai il Centro fauna esotica è stato meta di un continuo pellegrinaggio di possessori di tartarughe palustri americane che hanno scelto la via, consentita dalla Regione Fvg, di conferire i loro animali a Terranova e non di denunciarli, richiedendo la detenzione in deroga (come si può ancora fare utilizzando la modulistica disponibile li sul sito del ministero dell’Ambiente e tutela del mare http://www.minambiente.it/pagina/specie-esotiche-invasive). «Così abbiamo dovuto creare dei laghetti artificiali per accogliere tutte le Trachemys – spiega ancora Baradel –. Per fortuna possiamo contare sull’acqua corrente fornita da pozzi artesiani».

Un fattore che limita al minimo la carica batterica dell’acqua e quindi la possibilità di malattie per le testuggini, che possono vivere una trentina d’anni. Le Trachemys saranno quindi ospiti di lungo corso del Centro fauna esotica di Terranova, come lo è peraltro un centinaio di tartarughe terrestri, pure accolte e curate da Baradel e dalla sua famiglia. —


 

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