Il caldo e il sesso delle lucertole australiane

Il caso del “drago barbuto”: quando l’adattamento alle condizioni ambientali può più della genetica. Ecco perché fare il tifo per il lucertolone
Un esemplare di "drago barbuto" dell'Australia
Un esemplare di "drago barbuto" dell'Australia

Se quest'estate vi capita di passare le vacanze in Australia, potreste facilmente incontrare un drago barbuto australiano, un lucertolone lungo fino a una cinquantina di centimetri. Francamente impressionante ma del tutto innocuo, tanto che, prelevato dalle zone semi-aride del centro dell'Australia, il drago ora fa la sua bella mostra in molte case, trattato come un simpatico animale da compagnia. Il drago barbuto deve il suo nome a una plica cutanea scura che orna la sua gola: questa si può estroflettere e, specialmente nei maschi in fase di corteggiamento, assume un colore molto scuro, ricordando appunto l'aspetto di una folta barba nera.

Ne parliamo in questa rubrica di scienza perché la foto di un drago barbuto campeggia questa settimana sulla copertina di Nature grazie a una scoperta sorprendente a firma di un gruppo di biologi dell'Università di Canberra. È noto da tempo che il sesso delle lucertole, come quello degli animali di virtualmente tutte le specie, è determinato dalla presenza di una specifica combinazione di cromosomi. Nell'uomo, gli individui che portano un cromosoma X e un cromosoma Y sono maschi, mentre quelli con la coppia XX sono femmine. Nelle lucertole, le femmine portano la coppia di cromosomi ZW mentre i maschi quella ZZ.

Fin qui nulla di sorprendente. Ma andando a guardare i cromosomi di più di un centinaio di draghi barbuti prelevati nel sud-ovest del Queensland, i ricercatori di Canberra hanno invece scoperto che ben il 20% di quelli con cromosomi ZZ, quindi geneticamente maschi, in realtà si erano sviluppati come femmine, fertili e capaci di deporre le uova. Cercando di capire come questo fosse possibile, i ricercatori si sono accorti che la probabilità che una lucertola diventi maschio o femmina dipende dalla temperatura: se un uovo di un individuo ZZ è incubato a una temperatura relativamente alta, l'embrione si sviluppa come una femmina, altrimenti rimane maschio.

Che l'evoluzione abbia selezionato un sistema per cui le condizioni ambientali hanno il sopravvento sulla genetica è bizzarro ma forse non sorprendente: potrebbe essere una maniera efficace per consentire adattamenti rapidi alle condizioni climatiche, mantenendo comunque una proporzione efficace di maschi e femmine tale da garantire la conservazione della specie. I grandi cambiamenti climatici attuali ci diranno se questa ipotesi è corretta: riusciranno i lucertoloni a sopravvivere meglio degli animali in cui il sesso è determinato solo dai geni, o saranno invece destinati all'estinzione? Noi facciamo il tifo per i lucertoloni.

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