«Il Burlo non sarà inghiottito dall’ospedale di Cattinara»

Ecco cosa ha convinto il direttore scientifico della struttura di via dell’Istria Giorgio Zauli: «Rispettate le linee-guida. Stanze comuni di day-hospital anche per la chirurgia, un progetto moderno»
Di Gabriella Ziani

Mentre l’altra sera in Consiglio comunale Trieste che protestava per i tagli in Sanità veniva accusata dalla Regione di spendere il 40% in più in dispositivi medici rispetto al resto d’Italia e l’assessore Maria Sandra Telesca al centro di un teso dibattito rivendicava «il coraggio delle riforme», qua e là è spuntato anche il discorso sul Burlo Garofolo a ridosso della presentazione del progetto vincitore del bando per la nuova sede a Cattinara, e si è assistito a un altro grande evento: due conversioni sulla via di Damasco.

La prima di Marino Andolina, già medico dei trapianti sui bambini in via dell’Istria, consigliere della Federazione della sinistra, convintissimo oppositore del trasferimento dell’Irccs pediatrico a Cattinara e l’altra sera in piena confessione: «Visto il progetto, ho cambiato idea, è splendido». La seconda di un altro consigliere comunale (Pd) ex medico del Burlo, Loredana Lepore: «Non ero d’accordo, ho visto un progetto meraviglioso, e ho cambiato idea». Saranno contenti i progettisti vincitori del bando di gara dell’Azienda ospedaliera per il rifacimento delle torri e la costruzione ex novo del pediatrico, ma poi che cosa ne pensa adesso chi in questi anni ha dovuto invece pensare di tutto, anche in via alternativa, perché tra polemiche vistose e mancanza di soldi (che ora ci sono) attorno al Burlo sembrava concentrarsi solo una nuvola di intricate battaglie?

Per Giorgio Zauli, direttore scientifico del Burlo Garofolo e membro del Consiglio di indirizzo dell’Azienda ospedaliero-universitaria, «la prima impressione è molto buona, le istanze che avevamo presentato per le linee-guida del bando sono state rispettate. Molto bello che siano state progettate stanze comuni di “day hospital” anche per la chirurgia, perché è giusto che un bambino operato passi immediatamente alle cure del pediatra, è un percorso post-operatorio più consono, più moderno».

Ma quel che convince Zauli, anche alla luce di moltissime perplessità di tanti, negli anni passati, e cioé che il Burlo si disperdesse in una fusione troppo accentuata con l’ospedale di Cattinara, è il fatto che l’ospedale dei bambini «ha una sua indipendenza ben connotata, mentre d’altro canto si capiscono in modo chiaro gli spazi di integrazione con l’ospedale degli adulti». Da questa opinione «assolutamente positiva» Zauli assieme al “team” tecnico nominato dal direttore generale Mauro Melato partirà per definire gli aggiustamenti che servono in vista del progetto esecutivo che dovrà essere pronto per giugno, in un tempo-lampo, per non perdere i finanziamenti statali. Il direttore scientifico apprezza inoltre la previsione di «spazi verdi», il fatto che si siano ridotte da 6 a 4 le sale operatorie (più che sufficienti visto il grande reparto chirurgico esistente a Cattinara), che le Radiologie adulti-bambini siano contigue e infine «che si siano previsti 2000 metri quadrati per laboratori di ricerca». «È qui - aggiunge Zauli - che darò il mio maggior contributo, ci servono spazi molto flessibili».

Claudio Cobelli, docente di Bioingegneria all’Università di Padova, presidente di quel medesimo Consiglio di indirizzo dell’Azienda ospedaliera, che negli anni scorsi di fronte all’immobilismo triestino si era molto speso nella ricerca e ideazione di un progetto alternativo per “allargare” il Burlo in via dell’Istria, esprime altrettanto un parere positivo sul progetto, ma per le torri di Cattinara indica anche correzioni. «Il progetto vincitore è molto interessante - afferma -, ed è bello vedere che finalmente è nato il nuovo Burlo, dopo tanti anni di davvero ingiustificate resistenze. Però mi sarei aspettato un po’ più di attenzione alla situazione di Cattinara, dove si vogliono lodevolmente migliorati in prospettiva il comfort dei pazienti e la viabilità, ma dove invece resta molto critico il poco spazio per le stanze di medici e infermieri. Non è stato aumentato. La commissione interna che collabora coi progettisti avrà però, anche se in poco tempo, tutto il modo per ottenere le modifiche». Ultimo ma sostanziale appunto, Cobelli critica il disegno del futuro Pronto soccorso: «Con l’afflusso di pazienti previsto, il progetto lo prevede ancora troppo piccolo».

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