Il braciere di Aquileia “scappa” in treno
di Gabriella Ziani
TRIESTE
Nel mezzo della notte a Stazione Termini si aggira solitario un giovane soprintendente che torna da Roma a Trieste per lavoro. Cerca il proprio binario e l’occhio gli cade su un treno fermo. Colpo al cuore: è il treno del Milite ignoto, partito il 2 novembre da Aquileia per il 90.o anniversario del primo mesto viaggio verso il Vittoriano della salma-simbolo, quella che narrerà per sempre i lutti della prima Guerra mondiale.
Luca Caburlotto, soprintendente ai Beni artistici del Friuli Venezia Giulia, non può ignorare quei vagoni, e prima di tutto s’indigna perché sono a 400 metri dalla banchina, abbandonati - dice - su un qualsiasi 29.o binario, senza indicazioni, senza che nemmeno uno degli infiniti monitor accesi segnali la presenza memoriale sacra al cuore della Patria.
Quell’occhiata casuale ha avuto però conseguenze ben più incredibili. Una denuncia al Nucleo di tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri con sede a Venezia a carico del vescovo di Gorizia, Dino De Antoni, e del presidente della Fondazione società per la conservazione della basilica di Aquileia, Arnaldo Becci. I quali sono stati, entrambi, raggiunti ieri da un fax del soprintendente medesimo, che li avverte di aver constatato la rimozione non autorizzata dalla basilica di un braciere del 1921, installato ad Aquileia proprio quando Maria Bergamas piangendo su una salma di soldato scelse «l’ignoto nazionale», e ci fu il viaggio verso Roma. Quello oggi commemorato con il braciere annesso, in viaggio a Termini senza «passaporto» del ministero.
L’azione non autorizzata, ricorda Caburlotto al vescovo e al presidente della Fondazione, prevede «l’arresto da sei mesi a un anno e un’ammenda fino a 38 mila euro». La lettera si chiude con richiesta di immediate spiegazioni e altrettanto istantanea ricollocazione del pezzo in basilica.
«Quando mi sono avvicinato al treno - ricorda il soprintendente - ho subito riconosciuto il braciere, non autorizzato, e mi sono rivolto a un poliziotto. Ma mi ha dato scarsa retta, mandandomi alla Polfer. Avrebbero fatto un immediato sequestro se avessi sporto immediata denuncia. Ma ho preferito approfondire. E tornato a Trieste ho scoperto che la ditta incaricata aveva caricato e portato via il braciere senza che nessuno avesse chiesto l’autorizzazione alla Soprintendenza. Avevo avuto qualche strano sentore quando l’assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna - prosegue Caburlotto -, mi aveva parlato della presenza in regione del ministro La Russa, citando solo di sfuggita un braciere».
E la storia non finisce qui. La mostra sul «Milite ignoto» è prevista a partire dal 12 gennaio nel palazzo della Regione.E dunque sempre un’autorizzazione per il famoso braciere serve. «Le richieste - nota il soprintendente - devono essere inoltrate almeno 4 mesi prima dell’evento, e la Regione oggi è già fuori tempo».
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