Il “boreto” classico è col rombo ma va bene anche il pesce misto

Se l’Accademia italiana della cucina ha scelto Grado per il convegno “Brodetti, broèti e boreti”, è perché la pietanza tradizionale di Grado è proprio il “boreto”.
Durante i lavori si è ovviamente parlato di questa pietanza, nata sicuramente prima della scoperta dell’America (non si fa uso del pomodoro) dalla fantasia o meglio dalla necessità di nutrimento dei pescatori che abitavano nei casoni della laguna.
Si utilizzavano scarti o pesce poco pregiato (quello, per capirci, che negli ultimi anni è invece molto richiesto). A parlare del “boreto a la graisana” è stato l’accademico gradese Fiorenzo Facchinetti che ha affermato che gli ingredienti (pepe, aceto, aglio, olio di semi e naturalmente il pesce, anche una sola specie) e la preparazione racchiudono la storia stessa dell’isola di Grado.
Importante è evidenziare che, pur se l’Accademia italiana della cucina ha stabilito anni fa che quello “classico” di Grado è il boreto con il rombo, questa particolare e unica pietanza la si può preparare con il pesce misto o anche con singoli pesci come l’asià, le orate i branzini.
Ma c’è anche il “boreto de basi” ovvero il boreto con le vongole oppure quello con le “masanete”. Altra particolarità del boreto che si fa a Grado è che con lo stesso si possono preparare anche dei prelibati piatti di pasta.
Parlando ancora del convegno, da segnalare anche gli interventi della professoressa Maria Lucia De Nicolò, dell’Università di Bologna che ha parlato del brodetto quale piatto simbolo della cucina marinara dell' Adriatico, mentre Maurizio Tremul, presidente della giunta esecutiva della Comunità nazionale italiana in Slovenia e Croazia, si è soffermato sul del brodeto all’istriana. Sono intervenuti inoltre il giornalista e accademico di Rovigo, Mario Stramazzo e l’accademica udinese Antonietta Stroili, che ha disquisito della Laguna di Marano e del boreto che si preparava nei casoni. (an.bo.)
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