Il boom della droga tra i ragazzi triestini

Crescita esponenziale degli under 25 seguiti dagli esperti dell’Azienda sanitaria Più 86% di casi dal 2012 al 2016. A fine anno si annuncia un’altra impennata
Uno scambio di droga
Uno scambio di droga

TRIESTE Sono giovanissimi, hanno meno di 25 anni, e la droga che già scorre nel sangue. È questa la fascia d’età che più di altre fa crescere il numero di pazienti oggi in cura al Dipartimento delle dipendenze. Un aumento esponenziale: dal 2012, anno in cui è nato il servizio ad hoc dell’Azienda sanitaria in Androna degli Orti per questo target generazionale, al 2016 siamo oltre l’86% in più di ragazzi che hanno deciso di disintossicarsi. Da 23 persone che erano nel 2012, in quattro anni sono diventate infatti 166. Un trend che in un anno, tra il 2016 e il 2017, potrebbe lievitare ulteriormente, quasi del 9%. Gli utenti under 25 registrati al 30 settembre infatti erano 151, di cui 17 minorenni, e per la maggior parte donne.

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Il bacino di utenti adulti è sicuramente più ampio ma non si è ingigantito come quello degli under 25. Parliamo del 10% in più in tre anni (1.106 nel 2014 e 1.228 nel 2016). Basta vedere poi la media delle prestazioni pro capite erogate ogni anno tra gli over 25 e gli under 25: 186 contro 496. I giovanissimi sono una realtà numericamente impressionante, venuta a galla proprio grazie al dipartimento, che dal 2012 li ha presi in carico con un servizio apposito. «I ragazzi adolescenti hanno infatti molte resistenze e difficoltà a chiedere aiuto a un servizio pensato per gli adulti», osserva Roberta Balestra, direttore del Dipartimento delle dipendenze. C’è chi vi accede volontariamente, grazie a uno sportello aperto sette su sette, gratuito e senza prenotazione.

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L'Hotel Parenzo (Lasorte)


I minori costituiscono una popolazione che necessita di particolare attenzione, lo dice anche la relazione annuale sulle dipendenze presentata al Parlamento dal Dipartimento politiche antidroga in riferimento all’anno 2016. Questo è dovuto al fatto che si registra oggi un ingresso precoce nel consumo di sostanze, c’è una propensione dei giovanissimi alla sperimentazione, anche di tipo esplorativo. Ciò trova conferma nei dati disponibili: l’uso sperimentale di sostanze psicoattive sembra infatti coinvolgere circa un terzo degli studenti minorenni frequentanti le scuole superiori. Pur limitando quindi la probabilità di incorrere in seri problemi sanitari, legata maggiormente a un uso assiduo, questi giovani si espongono ad alti rischi per le conseguenze negative.

Vengono presi in carico perché si abbandonano all’uso, soprattutto, di eroina, l’oppioide che alla fine non se n’è mai andato dal “commercio”. Ma la modalità di assunzione è ormai caratterizzata da un mix di sostanze, legali e illegali, scelte in base all’effetto ricercato e alle dinamiche di mercato. In primis, tra le nuove sostanze, amfetamine e ketamina. Quest’ultimo è un anestetico, che a basse dosi produce un rilassamento generale abbastanza piacevole, blande allucinazioni e distorsioni psichiche. A dosi più alte produce una sorta di introspezione.

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La ketamina per le sue caratteristiche può indurre dipendenza e la persona arriva a usarla più volte al giorno, anche iniettata. Può causare difetti gravi di memoria, di apprendimento e di attenzione, attacchi di panico e ipertermia, che possono portare alla morte. Ma non solo. È cresciuto il consumo di ossicodone, di benzodiazepine e di altri farmaci, che spesso vengono prescritti in modo inappropriato. «Proprio per questo l’AsuiTs sta conducendo azioni per favorire un utilizzo appropriato delle benzodiazepine - aggiunge Balestra - attraverso incontri, circolari e corsi rivolti ai professionisti». Lo stesso Dipartimento delle dipendenze dallo scorso anno ha riposto la massima attenzione nei confronti di questi farmaci, riuscendo a ridurre del 20% le confezioni utilizzate.

Ad affiancare la Struttura complessa sulla Dipendenza da sostanze illegali, c’è quella sulle Dipendenze comportamentali e da sostanze legali, che ha iniziato a prendere in carico persone con dipendenza da psicoformaci e che, per trattamenti più intensivi, collabora con il servizio residenziale a rilevanza regionale di San Daniele. Le sostanze illegali in generale a Trieste fanno i numeri più grandi. Al secondo posto c’è l’alcol, in lieve calo: gli alcolisti sono passati da 1.142 nel 2014 a 1.107 nel 2016. In aumento invece sono i tabagisti, seppur di poco. Erano 333 nel 2014, sono diventati 343 nel 2016. Cifre minori e comunque in leggera discesa riguardano anche i malati di gioco d’azzardo: da 116 sono diventati 110.

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