Il bonus dei vertici Generali tagliato del 60%

Botta e risposta con Standard & poor’s che riduce il rating. Trieste: «Non modifichiamo i piani finanziari»
Antoine Bernheim
Antoine Bernheim
TRIESTE
La crisi globale ridimensiona anche i compensi dei vertici delle Generali. Bonus in calo del 60% nel 2008, secondo fonti finanziarie, per il presidente di Generali Antoine Bernheim e gli amministratori delegati Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. Nel 2008 Bernheim ha percepito nel dettaglio un bonus di circa 900 mila euro, rispetto ai 2,2 milioni dell'anno precedente (nel dettaglio -58,5%). Perissinotto e Balbinot hanno incassato invece bonus per 664 mila euro, rispetto agli 1,6 milioni del 2007. In totale i compensi scendono del 30% sia per il presidente e sia per gli amministratori delegati. Il primo nel 2008 incassa 3,2 milioni, rispetto ai 4,7 milioni del 2007. Perissinotto e Balbinot guadagnano invece circa 2,5 milioni, rispetto ai 3,5 milioni dell'esercizio precedente. Le cifre sui compensi totali saranno rese note con il deposito del progetto di bilancio.


La decisione di Trieste avviene in una fase di forte turbolenza sui compensi dei manager in tempi di crisi. E c’è comunque una accentuata moral suasion a legare strettamente i compensi ai risultati. Meccanismo (denominato executive compensation) che è scattato per i bonus dei vertici triestini. La riduzione è infatti avvenuta su proposta del comitato remunerazione che è stata approvata nell’ultimo cda veneziano del gruppo. La parte variabile della retribuzione dei vertici del Leone è legata infatti ai risultati reddituali della compagnia. Nel 2008 anche Generali ha scontato il crollo dei mercati chiudendo con un utile di 861 milioni di euro dai 2,92 miliardi dell'anno prima e dopo svalutazioni per 5 miliardi. I premi sono cresciuti del 4%.


Botta e risposta con S&P: niente aumento di capitale.
Intanto ieri c’è stato un botta e risposta fra i vertici del gruppo triestino e gli analisti di Standard & Poor’s. L’agenzia di rating Usa ha ridotto il giudizio sul merito di credito di Generali da AA ad AA- a causa della crisi dei mercati, migliorando l'outlook (prospettive) da negativo a stabile. Il giudizio segue «il deterioramento degli utili di Generali e la nostra visione - scrive S&P - sull'indebolimento dell'adeguatezza patrimoniale e flessibilità finanziaria dovute al calo dei mercati azionari e obbligazionari».


«L'adeguatezza patrimoniale di Generali è calata ma a fine 2008 - afferma ancora l'agenzia di valutazione - la consideriamo ancora buona. Rimarrebbe dal nostro punto di vista buona anche in uno scenario di stress qualora i valori azionari calassero di un ulteriore 30%». Ma il passaggio che ha innescato la reazione di Trieste arriva alla fine quando S&P dice di attendersi che «gli utili reinvestiti ristabiliscano il capitale a quello che consideriamo un forte livello nel medio termine». Il gruppo triestino, rivolto soprattutto a dare una certezza di coerenza al mercato, replica che «il giudizio espresso da S&P non porta a modificare i piani finanziari della compagnia». Presentando i risultati 2008 qualche giorno fa lo stesso ad Perissinotto aveva sottolineato la solidità del gruppo: «Anche nel mezzo della tempesta dei mercati la struttura del capitale di Generali rimane molto forte». Escluso un aumento di capitale perchè «anche considerando l’impatto dei tempi eccezionali che stiamo vivendo -ha spiegato l’ad- i nostri livelli di solidità patrimoniale sono adeguati».


«Generali - ha ribadito ieri il portavoce della compagnia - ha dimostrato con elementi concreti, quali la realizzazione di sinergie di costo e ricavo grazie alla razionalizzazione delle strutture operative, la politica di dividendi e l'ottimizzazione dell'allocazione del capitale, di saper far fronte alla grave crisi che ha colpito il sistema finanziario ed economico mondiale». La decisione di S&P è giunta quando il titolo Generali si era portato a ridosso della soglia dei 13 euro con un progresso di circa l'1,4%. Dopo una prima reazione negativa, fino ai 12,58 euro, il titolo si è ripreso con uno spunto che in chiusura le ha portate a un prezzo di riferimento di 12,9 euro, in progresso dello 0,94% (+4,22% l'indice Dj stoxx 600 assicurazioni).

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