Il blitz dei carabinieri nel residence dei trans
«Amore, ci mettiamo d'accordo?» Questo si è sentito dire un investigatore dei carabinieri che aveva bussato alla porta del Residence Vecellio, nell’omonima via. Era la scorsa estate. La porta si era aperta e davanti a lui si era materializzata una giovane e formosa brasiliana: niente reggiseno, solo un perizoma addosso. Era un transessuale che in quell'alloggio si offriva attraverso inserzioni pubblicate su un sito internet con relativo numero di telefono cellulare.
L’altra mattina i carabinieri hanno messo i sigilli proprio al residence Vecellio i cui appartamenti, secondo le indagini coordinate dal pm Pietro Montrone, sono stati utilizzati per incontri con i transessuali brasiliani. Il sequestro preventivo è stato disposto dal giudice Guido Patriarchi.
Nel mirino degli investigatori è finito Gianfranco Laganis, 58 anni, amministratore della “Ibiza Immobiliare”, la società proprietaria del residence che si trova nei pressi dell’ospedale Maggiore. È accusato di sfruttamento della prostituzione: concedeva in affitto gli appartamenti per gli incontri. I militari del reparto investigativo dapprima hanno perquisito l’immobile, poi hanno apposto i sigilli alla porta. Lo stabile, pubblicizzato su internet, è ospitato in una palazzina completamente ristrutturata e inaugurata nel 2005. Si compone di sette appartamenti, mono, bi e trilocali, tutti perfettamente arredati con cucina attrezzata, angolo salotto e una camera da letto molto accogliente.
Le indagini che hanno consentito la scoperta del residence utilizzato dai transessuali brasiliani in città sono state avviate durante la scorsa estate. In quella circostanza era finito in manette per favoreggiamento della prostituzione un trans brasiliano. Contemporaneamente gli investigatori avevano avviato una serie di intercettazioni riferite ad alcune ultenze definite “sensibili”. E dall’ascolto delle telefonate - moltissime, da parte di insospettabili clienti - era emersa anche una conversazione da cui si evinceva la trattativa tra un trans e un intermediario mirata ad affittare un appartamento nel residence Vecellio. Sono stati attivati altri controlli. Quindi i militari hanno fermato i clienti che uscivano dal residence. Poi sono risaliti ai titolari dei contratti, tutti cittadini brasiliani.
Dalle telefonate registrate era emersa un'attività frenetica: gli appuntamenti venivano richiesti da clienti triestini, ma anche da persone che arrivavano da varie città della regione. Questo almeno risultava fin dai primi giorni dall'analisi della provenienza geografica delle telefonate.
Così, a fronte della domanda dei clienti, era cresciuta anche l’offerta, sia in termini qualitativi che quantitativi. E c'era stato appunto chi, come avevano accertato gli investigatori, si era specializzato proponendo incontri particolari. Sesso diversificato, per tutti i gusti. Anche quelli di padri di famiglia che nell'occasione erano stati convocati in via riservata - date le circostanze decisamente imbarazzanti - in caserma. Non avevano avuto molte difficoltà a raccontare le avventure: «Purché non se ne parli, purché non si sappia».
Il nome di Gianfranco Laganis è emerso infine, come detto, in qualità di amministratore della società proprietaria dello stabile.
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