Il bimbo eroe: «Così ho salvato mamma, papà e le mie sorelline»

Alessio, 9 anni, racconta come ha soccorso la famiglia intossicata dal monossido di carbonio nella casa di Monfalcone: "Mi sono tappato il naso e ho aperto la finestra, come mi hanno insegnato a scuola"
Bonaventura Monfalcone-04.02.2014 Famiglia Sanda-Intossicazione da monossido di carbonio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-04.02.2014 Famiglia Sanda-Intossicazione da monossido di carbonio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE. La lezione dedicata ai gas tossici e subdoli, seguita in classe con i compagni di scuola, è stata provvidenziale. Perchè è grazie a quanto aveva appreso quella mattina che Alessio Sanda, 9 anni, classe quarta A della elementare Sauro di Monfalcone, ospitata alla Giacich, è riuscito, con perspicacia e prontezza di riflessi, a salvare la sua famiglia da un’intossicazione letale da monossido di carbonio.

Il fatto è accaduto lunedì scorso, in un alloggio al primo piano di un’abitazione situata su due livelli, in via Venezia, a Panzano. La famiglia Sanda - i genitori e i tre figli, Alessio, Noemi di 3 anni e la piccola Sabina di appena 3 mesi -, erano stati trasferiti all’ospedale di Trieste, sottoposti alla camera iperbarica. Ora stanno tutti bene.

Ma quanto è accaduto ha dell’inverosimile. Non fosse stato, infatti, per la capacità ed il coraggio di Alessio, sarebbe potuta accadere una strage. Il bambino, accanto al papà Cristian nell’aula magna della Giacih, racconta la sua drammatica esperienza.

Quella sera verso le 19, la famiglia era da poco rientrata a casa. Alessio era tornato con la madre dalla lezione di piano. Tutti erano riuniti in cucina, dov’è situata la caldaia a metano dalla quale sono fuoriuscite le esalazioni. Il bambino aveva deciso di fare il bagno, seppure la madre, che si stava apprestando a preparare la cena, gli avesse consigliato di aspettare a lavarsi. «I miei genitori e le mie sorelline - spiega Alessio - erano in cucina, mentre io ero in bagno. Poi è arrivato papà e mi ha detto di aprire perchè Noemi stava male. Era svenuta, papà voleva bagnarle la testa, non si capiva cosa avesse - continua il bambino -. Intanto papà ha gridato alla mamma di chiamare subito il 118. Con Noemi in braccio è tornato in cucina, ma anche la mamma era svenuta».

Il tempo di raggiungere la cucina, ed è stato Cristian a perdere i sensi. Alessio racconta: «Ho capito che era colpa del gas, ce l’aveva spiegato la maestra in classe. Quando sono tornato a casa da scuola, avevo anche chiesto alla mamma se aveva aperto le finestre, e mi aveva risposto che lo aveva fatto la mattina».

Alessio non ha quindi perso tempo: «Mi sono tappato il naso e ho aperto subito le finestre. Mamma e papà erano distesi a terra. Ho preso Sabina, che stava piangendo nel passeggino, e l’ho portata in un’altra stanza. Ho chiamato subito il 118. Sono arrivati in pochissimo tempo».

Cristian aggiunge: «Non mi ero ancora reso conto di quanto stava accadendo. Ero concentrato su Noemi, peggiorava a vista d’occhio. È stato terribile, pensavo di averla persa. Quando sono tornato in cucina con la bambina per vedere se mia moglie aveva chiamato i soccorsi, l’ho vista a terra, priva di sensi. Poi, sono svenuto anch’io».

Il resto l’ha fatto Alessio, un piccolo eroe trovatosi a fronteggiare una drammatica situazione, più grande di lui. Cristian stringe a sè il figlio, evidentemente orgoglioso.

Intanto il padre, muratore disoccupato, è preoccupato: «La casa è ancora sotto sequestro, siamo ospitati da amici, a San Pier d’Isonzo. Voglio ringraziarli per quanto stanno facendo. Dopo quanto ci è accaduto, è davvero pesante trovarsi sulla strada, alla ricerca di alloggi di fortuna». Cristian lancia un appello alle istituzioni, affinchè venga accelerato, per quanto possibile, il processo di dissequestro dell’abitazione, potendo recuperare nel frattempo un alloggio provvisorio.

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