Il bastone di Saba di nuovo rotto Risistemato da poco
O lo amano troppo o troppo poco, oppure l’icona di Umberto Saba è fatta più di argilla che di metallo, o in alternativa i triestini sono pure “spacconi” ma nel senso che rompono tutto e perfino i simboli e le opere d’arte, non una ma più volte di seguito con istinto seriale, sta di fatto che il poeta della “scontrosa grazia” che, pur triste e brontolone, dedicò una poesia perfino alla squadra di calcio locale (più in auge di adesso) viene molto mal ripagato: un’altra volta è sparito il bastone con cui dal 2004 lo raffigura la statua di Nino Spagnoli in via Dante Alighieri, all’angolo con la “sua” via San Nicolò.
Appena lo scorso gennaio il bastone divelto era stato rimesso al suo posto, restaurato. A novembre 2013 un bambino di soli 5 anni ci aveva giocato, senza che la mamma se ne desse troppo pensiero, ed erano bastate le sue piccole ma evidentemente sufficienti energie per fargli restare il bastone in mano. Trovato dai vigili urbani a terra poco dopo. Dal 2004 per ben tre volte al poeta che ha lasciato la sua libreria antiquaria in via San Nicolò, ora monumento nazionale proprio e solo in virtù del fatto che il “padrone” era stato lui, il poeta libraio, è stata sottratta la proverbiale pipa. Che il Comune non ha ancora rimesso al suo posto, si sta cercando il calco dell’originale, altrimenti la ricostruzione non può essere fedele alla mano dello scultore. Forse Saba smetterà per sempre di fumare, che è posizione pubblica molto più “politically correct”.
La nuova mutilazione è avvenuta sabato sera, o notte. La “notte rosa” dei negozi aperti in centro per il Giro d’Italia di ieri. La polizia municipale non ne ha però notizia. Una passeggiatina affollata, con scasso artistico. Salvo che quell’accessorio non sia davvero così mobile e fragile da prestarsi all’uso e all’abuso di qualunque passante incapace di tenere le mani a posto. Saba spogliato di accessori si appoggia dunque al nulla: qualcuno vorrà un giorno il suo berrettino? Perfino il cappotto? Molto più difficile “spellare” il poeta dell’abito metallico che lo ingabbia in un perpetuo inverno. Ma di questo passo non si può mai dire.
Sempre quattro mesi fa, e stavolta è stato subito chiaro che si era trattato di un atto vandalico intenzionale, è stata rotta parte della fontana dei Quattro continenti in piazza Unità, l’avambraccio di una statua. Ogni anno il Comune storicamente spende per il ripristino di opere pubbliche “vandalizzate” oltre 1 milione di euro, spesa ormai impossibile con le casse bloccate.
E se la statua in mezzo a uno dei crocicchi più “centrali” del centro città sta diventando quasi un simbolo dello sprezzo verso i beni comuni, altrettanto sono scandalosi gli spray che sporcano muri, panchine, quartieri interi compreso il borgo di Cittavecchia che avrebbe invece tutti i colori del nuovo. «Continuano i danni da parte degli imbecilli - commenta il sindaco Cosolini -, gli imbecilli continuano a rompere la statua di Saba e a imbrattare i muri e i beni di tutti».
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