Il “baby notaio” siciliano che ama go-kart e la bora di Trieste
TRIESTE Ha origini siciliane, un passato da pilota di kart e tifa per il Milan. No, non stiamo parlando di un ipotetico concorrente di un reality show televisivo, bensì di uno dei più giovani notai d’Italia. Lui è Paolo Marino, è nato a Catania 29 anni fa e da pochi mesi ha iniziato l’attività notarile aprendo uno studio proprio sopra il Caffè San Marco. Cresciuto a Caltagirone, la città delle ceramiche, a 15 anni si è trasferito a Catania, dove ha completato il liceo. Si è laureato a Bologna, e prima di arrivare a Trieste ha vissuto a Roma.
Com’è finito a Trieste?
Mi sono laureato in Giurisprudenza a 22 anni, nel luglio 2013, dopo 4 anni e mezzo di studi. Tra la laurea e Trieste in mezzo c’è la fondamentale tappa romana, dove mi trasferii per frequentare la scuola di riferimento del consiglio notarile che dura tre anni. A Roma, mentre studiavo per gli esami notarili ho sostenuto l’esame per diventare avvocato. Qui per un breve periodo ho esercitato anche la professione di avvocato penalista.
In cosa si caratterizza il concorso per diventare notaio?
Si sviluppa in tre parti, delle quali ognuna porta via un giorno. Nel primo si scrive l’atto, nel secondo la motivazione dello stesso e nel terzo c’è la parte teorica. L’esame l’ho passato al primo tentativo. Per prepararsi al concorso servono dai 5 ai 7 anni. Io fortunatamente sono riuscito a farlo dopo tre anni di studio.
Pur non avendo alcun legame con la nostra città è finito a Trieste. Come mai?
Superato il concorso arrivò il momento di scegliere la destinazione nella quale iniziare ad esercitare. Il ministero dà la possibilità di scegliere in base ad un elenco di città disponibili. Scelsi Trieste perché m’incuriosiva, c’ero venuto una volta di passaggio con i miei genitori e mi aveva lasciato l’impressione che si trattasse di una città molto elegante, laboriosa. Per un lavoro come il mio, poi, potersi rapportare con il sistema tavolare di retaggio asburgico è fantastico. Si tratta di un sistema di consultazione per l’epoca avanti anni luce.
Cosa le piace di Trieste?
Mi piace molto passeggiare per la città, mi sto esercitando nello studio del dialetto triestino e sto imparando come si ordina un caffè.
Ha già avuto a che fare con la bora?
A me non dispiace anche se mi rendo conto che sia una cosa molto particolare e che possa dare fastidio. Però ha dei suoi vantaggi, pulisce la città, rende le giornate limpide quando c’è freddo e umido.
I suoi genitori di cosa si occupano?
Sono entrambi avvocati. E questa cosa mi ha aiutato molto per entrare nell’ottica giuridica fin da piccolo.
L’acqua va al mare insomma.
In effetti sono cresciuto masticando pane e diritto, anche se la mia ambizione quand’ero piccolo era quella di correre con i go-kart, disciplina nella quale ho disputato anche delle gare a livello nazionale. I miei genitori però sapevano che questo mondo mi avrebbe allontanato dagli studi. Io però nei kart mi ci sarei buttato ad occhi chiusi perché è stata un’esperienza fra le più forti e coinvolgenti che abbia mai avuto». —
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