Il 2018 preoccupa i lavoratori di Eaton e Nidec

Dagli incontri con le aziende sono emersi calo delle commesse e mancata stabilizzazione degli interinali
C’è preoccupazione tra i rappresentanti sindacali dei lavoratori dell’Eaton di Monfalcone dopo l’incontro di questi giorni con la direzione aziendale nella sede di Confindustria. Al tavolo la società ha comunicato, come riferiscono le Rsu della fabbrica di via Bagni nuova, che produce valvole per motori d’automobile, che « la certezza di commesse per il 2018 è relativa solamente al primo trimestre e che comunque ci sarà uno scarico di lavoro». Il calo del volume d’ordini determinerà, sempre secondo le Rsu, la non conferma dei 16 lavoratori interinali che i sindacati considerano strutturali per il normale ciclo produttivo. Un nuovo incontro è già stato convocato per il 12 gennaio. Le Rsu ribadiscono quindi di ritenere fondamentali per il futuro dello stabilimento «investimenti adeguati, un mix di particolari valvole che permettano un maggiore valore economico e i lavoratori interinali in modo da garantire qualità e quantità del prodotti finito».


Anche le Rsu di Nidec Asi esprimono preoccupazione dopo l’incontro con il capo del personale e il direttore dello stabilimento di via Marconi, alla presenza delle segreterie territoriali di Fiom Cgil e Uilm. Agli sgoccioli la maxi-commessa per la Russian Electric Motors (Rem, la joint-venture Transneft-Konar) che prevedeva di ingegnerizzare e produrre 244 motori elettrici, l’azienda ha comunicato anche di voler programmare per ogni venerdì delle giornate di chiusura con utilizzo di ferie residue, mentre eventuali deroghe alle chiusure dovrebbero essere preventivamente autorizzate dalla direzione aziendale. La decisione dovrebbe andare a regime da gennaio.


Secondo i sindacati, in prima battuta l’iniziativa nascerebbe per un’evidente direttiva di gruppo per «scaricare monte ore residui delle lavoratrici e dei lavoratori all’interno di un’operazione economica e fiscale». In seconda, al momento, la gestione della scelta, per le Rsu di stabilimento, non sarebbe affatto chiara. Il giudizio delle Rsu è quindi che «tale incertezza nella gestione di un singolo giorno di chiusura collettiva sia assolutamente negativo e allarmante». Le organizzazioni del metalmeccanici ritengono quindi «utile, se non necessario» che la direzione di stabilimento faccia chiarezza, anche a fronte di «prospettive sicuramente non rosee nei prossimi mesi rispetto i carichi di lavoro».


A detta delle Rappresentanze sindacali, in questi mesi inoltre ammontano a una sessantina i lavoratori interinali non confermati e che rischiano di non avere alcuna possibilità di rientro a fronte delle prospettive della produzione per il 2018. Il numero di lavoratori del sito di Panzano dovrebbe quindi attestarsi sui 480 addetti nei primi mesi del prossimo anno.


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