Ikea punta un miliardo sull’ambiente
MILANO. Ikea smonta i vecchi piani industriali, scommette un miliardo di euro sull'ambiente e va in città a caccia dei nuovi affari dell'ecommerce. È un ciclone di novità l'ultimo report sull'andamento dei conti della multinazionale svedese del mobile low cost.
Lo stile è sempre compassato e per nulla sensazionalistico, ma dal bilancio 2015, in crescita del 7,2% in ricavi e del 20% gli utili, emerge con chiarezza che Ikea ha voglia di spingere l'acceleratore.
Del resto l'obiettivo (molto ambizioso) dichiarato negli scorsi anni era piuttosto chiaro: centrare 50 miliardi di euro di fatturato entro il 2020, con il contributo di almeno il 10% da parte dell'ecommerce. Oggi, pur in un contesto di crescita, a quota 32 miliardi di ricavi, con una corsa degli utili oltre i 4 miliardi, il traguardo prefissato sembra molto lontano. Ma non è detta l'ultima parola.
Il cambiamento di strategia si affianca anche all'investimento ambientale: circa un miliardo di euro andrà in campagne di riforestazione e in società che riciclano il legno usato.
Intanto la strategia di Ikea sembra cambiare velocemente pelle. I grandi centri commerciali a insegna giallo - blu, che hanno fatto arrabbiare in un primo momento i nostri mobilieri salvo poi diventarne fornitori, costruiti alle porte delle città cominciano a mostrare qualche segnale di stanchezza.
«Fino ad oggi abbiamo costruito grandi negozi su campi di patate - ha ironizzato così il Ceo di Ikea Peter Agnefjäll in un'intervista concessa al Wall Street Journal - ma oggi sappiamo che il 70% della popolazione entro il 2050 abiterà in centri urbani. Dobbiamo pensare a come servire questi consumatori. E non vedo molti campi di patata a disposizione a Londra».
La risposta sta nel progressivo avvicinamento degli store Ikea nei centri cittadini, il tutto pensato in un'ottica ecommerce. Oggi Ikea dispone di circa 22 pickup point, punti di ritiro che sono negozi ibridi, piccole superfici e dotati di ristorante e prodotti selezionati sullo scaffale. Quello che non c'è in esposizione si può ordinare online e ritirarlo in loco o a domicilio.
Questo è il modello che Ikea sembra intendere seguire per i prossimi anni, aprendo questi store sotto casa del consumatore, come ha fatto anche in Italia, dove fattura 1,7 miliardi di euro, a Roma e Cagliari e potrebbe riproporsi presto in altre città. I grandi centri, 340 store e 41 shopping center, non scompaiono. Anzi l'azienda conta di aprirne di nuovi in India e in Serbia.
Il gruppo sta investendo anche nello sviluppo di un centro Ikea a Copenaghen che comprenderà oltre al negozio, anche un hotel, spazi per ufficio e alcune residenze. Ci sono novità anche per i dipendenti. Ikea ha deciso di versare 108 milioni di euro come contributo extra alla pensione dei propri dipendenti, per la loro lealtà e il loro contributo al successo di Ikea. Per i dipendenti italiani sono in arrivo 899 euro a testa destinato alla previdenza.
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