Ikea lanciata alla conquista dei Balcani
BELGRADO. Ikea non si ferma e punta decisamente sull’area balcanica. In Serbia, infatti, non lontano da Belgrado, si è svolta la cerimonia di posa della prima pietra per la realizzazione del primo centro vendita del colosso svedese del mobile low cost del Paese.
«È un grande onore entrare a far parte del club dei 47 Paesi nei quali sono presenti punti vendita Ikea. Spero che il prossimo sorgerà a Niš (nel sud della Serbia)», ha detto il premier Aleksandar Vucic, intervenuto alla cerimonia di inizio lavori insieme al ministro dei trasporti e infrastrutture Zorana Mihajlovic, al sindaco di Belgrado Sinisa Mali e al responsabile Ikea per il sudest Europa Stefan Vanoverbeke.
Il premier Vucic ha parlato di un «sicuro segnale di un futuro migliore per la Serbia». Il primo punto vendita del colosso svedese in Serbia - per un investimento di 70 milioni di euro e 300 posti di lavoro - sorgerà in località Buban Potok, circa 15 km a sud di Belgrado. L'apertura è prevista per l'estate del prossimo anno.
Ikea ha in programma di costruire cinque punti vendita in Serbia - due a Belgrado, uno a Novi Sad (nord), uno a Nis (sud) e un altro nella parte centrale del Paese. Entro il 2025 si prevede l'apertura di 13 punti vendita in Slovenia, Croazia, Serbia e Romania.
Ricordiamo che il primo megastore di Ikea nell’area ex jugoslava è stato inaugurato nel 2014 a 15 chilometri da Zagabria, in Croazia. Un centro vendita da 38mila metri quadrati, che ricalca in pieno quella che è la filosofia commerciale di Ikea.
Quello che per noi "occidentali" sarebbe stato solamente l'ennesimo centro commerciale che apre i suoi battenti, per i croati la realizzazione dell'Ikea ha rappresentato, dal punto di vista della coscienza collettiva, il riconoscimento di essere entrati veramente a far parte dell'Europa, che vale più di mille discorsi ufficiali pronunciati dalle nomenklature politiche.
«Quello che abbiamo sempre sognato, per cui ci sobbarcavamo centinaia di chilometri in automobile per raggiungerlo oggi ce lo abbiamo a casa nostra», è il ragionamento che scaturisce dal potenziale acquirente medio croato. Insomma la società dei consumi come marchio di appartenenza al libero mercato occidentale, come simbolo del distacco dallo scomodo paradigma orientale terzomondista.
Allora a presentarsi alle selezioni per l'assunzione a Ikea giunsero più di 8.600 candidati con le domande di assunzione che arrivarono non solo dalla Croazia ma anche dalla Bosnia-Erzegovina, dalla Germania, dalla Slovenia, dall'Austria e dall'Italia. L’impatto socio-economico, dunque dello sbarco del colosso svedese è notevole per queste terre che da anni oramai lottano con tassi di disoccupazione a due cifre.
L'investimento complessivo previsto dall'Ikea nella sola Lubiana, capitale della Slovenia sarà di 50 milioni di euro, darà lavoro a 300 persone escluso l'indotto. Quello svedese poi è un marchio molto amato dagli sloveni che nei megastore del gruppo attivi a Villesse e in Austria hanno già speso qualcosa come 70 milioni di euro. E l'interesse di Ikea per la Slovenia è datato già dal 1995.
Nei piani svedesi lo store di Lubiana avrebbe dovuto aprire i battenti già quest’anno. Ma anche l'Ikea si è dovuta scontrare con la burocrazia slovena e ha avuto grosse difficoltà a reperire l’area idonea che è stata alla fine trovata dietro al palazzo di cristallo della Btc a Lubiana per una spesa stimata attorno ai 20 milioni di euro con la benedizione del sindaco della capitale slovena, Zoran Jankovic.
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