Identificati i croati in auto con il promotore sparito

Secondo la polizia non sono criminali, volevano solo comprare la Mercedes. L’ipotesi della falsa pista creata per poter scappare in Sudamerica

TRIESTE. Si arricchisce di un nuovo capitolo l’indagine della squadra mobile sulla scomparsa di Roberto Menicali, 56 anni, il promotore finanziario di San Paolo Invest misteriosamente svanito nel nulla domenica scorsa dopo essere andato a un appuntamento in piazza Libertà per vendere la sua Mercedes. Attraverso i tabulati telefonici gli investigatori diretti da Mario Bo sono riusciti a risalire all’identità della persona che l’altra settimana aveva telefonato a Menicali dopo aver letto l’annuncio per la vendita della sua auto pubblicato su un periodico specializzato.

Si tratta di un cittadino croato che, da quanto è trapelato ieri da ambienti della polizia, è ritenuto una persona non sospetta, senza precedenti penali. E’ probabile quindi che nelle prossime ore il croato e l’uomo che lo aveva accompagnato domenica scorsa alle 11 all’appuntamento in piazza Libertà vengano interrogati dai poliziotti del suo Paese. Infatti da due giorni all’indagine sulla scomparsa di Menicali collaborano gli investigatori dell’Interpol che sono stati attivati dalla Mobile di Trieste.

«Stiamo controllando ogni particolare senza trascurare soprattutto quelli relativi alla sua vita privata», dicono in questura riferendosi anche all’indagine sulla finta ereditiera relativa alla truffa milionaria da un milione e 200 mila euro in cui Menicali è coinvolto e nell’ambito della quale avrebbe dovuto essere interrogato come persona informata sui fatti dai carabinieri di Gradisca.

Secondo le ipotesi dell’investigatore privato Edi Ciesco, titolare della “Europolinvestigation” che ha lavorato di recente in Sudamerica dando un contributo determinante alla soluzione del giallo dell’omicidio di Natalia Fernandez Gonzales scagionando Giorgio Sabbadin che poi è stato assolto, «non si può escludere che Menicali sia fuggito volontariamente. Anzi io credo che sia andata proprio così. Se questo è vero potrebbe essersi messo d’accordo anche con qualcuno che ha lasciato in giro delle tracce poi attribuite a lui. Penso al segnale del cellulare captato a Sesana, a Nuova Gorizia e a Novo Mesto e a quelle lasciate dai maldestri tentativi di prelievo con il suo bancomat. Poi non mi meraviglierei se, utilizzando anche documenti falsi, si sia imbarcato su un volo da Lubiana o Zagabria con destinazione un Paese del Sudamerica dove non esiste l’estradizione». Poi l’ipotesi peggiore «Posso anche pensare che qualcuno che avanza soldi abbia incaricato dei sicari di fargliela pagar cara. Mi viene da pensare a quello che qualche anno fa avevano fatto a Zvonko Repic, l’imprenditore di Gorizia che era stato bruciato e abbandonato nel bagagliaio della sua auto parcheggiata sulle Rive...».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo