Iasi, la Cenerentola romena rinata come città della ricerca

Oltre 20mila persone lavorano oggi nel settore dell’Information technology Giganti come Amazon e Oracle hanno aperto sedi nell’area vicina alla Moldova

BUCAREST. Da città dimenticata dalla storia e dal proprio Paese a centro di ricerca tecnologica avanzata. È questa la parabola di Iasi, città di 400 mila persone, famosa, fino ad oggi, solamente per la sua università rinomata in modo particolare per gli studi di medicina. Mentre la Romania si riprendeva da più di quattro decenni di comunismo opprimente che si concluse nel 1989, la maggior parte delle grandi città si mise rapidamente al passo con i tempi e divennero degli hub occidentalizzati per il lavoro e l'arte. Iasi nel nord-est, la brutta sorella tra le grandi città della Romania, sembrava invece invertire la tendenza.

Ma oggi questa città, una volta trascurata, sta cambiando rapidamente, da un centro post-industriale in rovina a un hub regionale per l'It, ossia l’Information technology - un settore trasversale a ogni attività umana oggi conosciuta perché comprende servizi e prodotti per connettere, comunicare, elaborare e condividere informazioni e dati - attirando aziende internazionali e giganti globali come Amazon, Oracle e la divisione ricerca del produttore di pneumatici tedesco Continental.

C’è stato un gran proliferare di affari a Iasi negli ultimi 15 anni, agevolato da prezzi bassi e dal grande ed economico pool di talenti emergenti dall'università locale. Dan Zaharia, che gestisce la filiale Iasi della rete internazionale di spazi di collaborazione tecnologica Fab Lab, e pubblica anche la rivista Pin, dedicata al settore It nella regione, cita statistiche ufficiali e del settore privato quando stima che oltre 21.000 persone lavorano nell'It e nei servizi correlati a Iasi.

«La nuova classe di giovani professionisti sta cambiando questa città con la loro richiesta di migliori uffici, ristoranti, festival musicali e, naturalmente, alloggi più decorosi», spiega a Birn (Balkan Investigative Reporting Network) Zaharia.Iasi è rimasta indietro rispetto a tutti in termini di modernità e attrattiva. Abbandonata nel nord-est, non lontano dalla povera ex repubblica sovietica della Moldavia, era la capitale locale di una regione segnata dalla disoccupazione e dai più alti livelli migratori nella Romania post-comunista.

Colpita dalle chiusure di fabbriche e dall'incapacità del settore agricolo di adattarsi e diventare più competitivo, l’area è stata anche trascurata dai politici, che fino ad oggi non hanno costruito un solo chilometro di autostrada nella regione. Iasi, quindi, aveva poco da offrire, rispetto ai rivali più vivaci. Come sede della più antica università del Paese, ha ospitato molti studenti, ma la maggior parte di loro è partita per luoghi più prosperi e dinamici dopo la laurea.

«Era come se tutto fosse coperto da uno strato di polvere», afferma l'esperta di comunicazione della città Madalina Cocea, che crede che Iasi si stia finalmente rigenerando dopo essere stata «obsoleta» e bloccata per un quarto di secolo. Lo scrittore di Iasi Florin Irimia ha la stessa impressione, che le cose siano finalmente in movimento.

«L'architettura della città è cambiata poco, ma abbiamo visto una trasformazione della sua atmosfera», spiega Irimia. «Abbiamo visto emergere nuovi spazi, edifici e centri commerciali, ma soprattutto c'è la sensazione che Iasi sia ora una città giovane, piena di idee interessanti che le persone vogliono mettere in pratica», riferisce lo scrittore. Il settore It, nel frattempo, continua a crescere. La Camera di commercio della città stima che tra le 2.800 e le 3.000 persone abbiano trovato lavoro nel nuovo settore dal 2013. Molti di loro hanno completato studi tecnici, ma un numero crescente di lavoratori sta anche abbandonando professioni meno richieste in settori stagnanti e si sta riconvertendo professionalmente e avviando una carriera nel settore più fiorente della città.

 

Argomenti:balcani

Riproduzione riservata © Il Piccolo