I “Wiener” fanno outing: legami con il regime nazista
VIENNA. Ancora alla vigilia del Concerto di Capodanno i Wiener Philharmoniker negavano con veemenza la necessità di aprire i propri archivi e compiervi ricerche sull’attività dell’orchestra nel periodo nazionalsocialista. Nulla sembravano valere le accuse mosse dal partito dei Verdi, di reticenza e connivenza con il regime di Hitler, e nemmeno il volume edito dal musicologo svizzero Fritz Trümpi (“Politisierte Orchester” Orchestre politicizzate) era riuscito a scalfire il muro eretto dai Wiener attorno al proprio passato. Poi però l’ingombrante presenza del tema sulla stampa internazionale aveva strappato a Clemens Hellsberg, portavoce della formazione, la promessa di un intervento sul sito internet, per dire qualcosa di più rispetto al paragrafo che ancora domenica 10 marzo liquidava quegli anni con poche frasi: “Il 1938 la politica si inserì con brutalità nell’attività dei filarmonici: i nazionalsocialisti licenziarono in tronco tutti gli artisti ebrei dall’Opera di Stato e sciolsero l’associazione dei Wiener Philharmoniker…”.
Come termine per l’adeguamento del sito, a dicembre Hellsberg aveva indicato la tarda primavera.
Ed ecco invece a sorpresa l’annuncio a metà gennaio che i tre maggiori critici rispetto al passato dei Wiener durante il Terzo Reich, e cioè il musicologo Fritz Trümpi, e i due storici austriaci Oliver Rathkolb e Bernadette Mayrhofer, avevano ricevuto l’incarico di riscrivere il capitolo sull’orchestra durante il nazionalsocialismo, da pubblicare già a marzo. Un’iniziativa che a tappe forzate ha portato ora all’effettivo inserimento di una nuova sezione sul sito, giusto in tempo per entrare a buon diritto nel novero delle molte manifestazioni per il 75° anniversario dell’occupazione dell’Austria da parte delle truppe di Hitler, il 12 marzo.
Il cambiamento del sito operato in questi giorni è tuttavia un work in progress che dovrebbe terminare ad agosto con una fisionomia definitiva che dia conto di tutti gli aspetti della questione. Già ora sono stati pubblicati i fatti fin qui accertati, con schede informative sugli orchestrali che vennero licenziati in tronco o vennero deportati, nonché con approfondimenti sulla progressiva adesione del 50% dei musicisti al partito nazista, e anche sugli isolati episodi di solidarietà nei confronti dei colleghi di fede ebraica. Un paragrafo ripercorre la progressiva politicizzazione dell’orchestra sin dalla fine della prima guerra mondiale, mentre un’altra sezione si occupa della mancata denazificazione dopo la seconda guerra mondiale, quando musicisti fortemente compromessi con il nazismo ritrovarono e proseguirono la propria attività nell’alveo dei Wiener.
Si sono rivelate fondate anche le accuse già espresse, secondo le quali l’orchestra avrebbe dato onorificenze a diversi gerarchi nazisti, fra cui il Gauleiter di Vienna Baldur von Schirach, insignito dell’anello dei Wiener Philharmoniker una prima volta nel 1942 e poi ancora nel 1967, quando uscì dal carcere avendo scontato la condanna inflittagli al Processo di Norimberga.
«Non si può mettere in mostra il proprio lato luccicante e poi porre tra parentesi o tralasciare questo o quel fatto. Non si fa così» ha dichiarato a sorpresa il portavoce dei Wiener in concomitanza con la presentazione del nuovo sito.
I Wiener non sono i soli a Vienna ad aver disteso una coltre finora impenetrabile sopra il proprio passato. Di questi giorni è anche il dito puntato dai media austriaci contro l’Accademia Austriaca delle Scienze, colpevole di essere scesa a patti molto velocemente con il regime di Hitler e di non avere poi denazificato il proprio personale.
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