I vescovi del Fvg: «Subito cibo e aiuti»

Da Trieste a Gorizia le diocesi in campo per l’accoglienza: «Famiglie e parrocchie sono pronte all’ospitalità»
Un'immagine simbolo dei migranti che attraversano il confine tra Serbia e Ungheria
Un'immagine simbolo dei migranti che attraversano il confine tra Serbia e Ungheria

TRIESTE. Le diocesi del Friuli Venezia Giulia raccolgono l’invito di Papa Francesco all’accoglienza dei migranti nelle parrocchie. È una vera e propria mobilitazione quella che sta mettendo in campo l’intera chiesa locale, da Trieste a Pordenone passando per Gorizia e Udine. Si cercano strutture, canoniche, spazi rionali e famiglie pronte a farsi avanti. Il primo a rispondere all’appello del pontefice “venuto dalla fine del mondo”, è l’arcivescovo del capoluogo Giampaolo Crepaldi che si è mosso già lunedì mattina, dunque a nemmeno ventiquattrore dalle parole del Papa. Il direttore della Caritas della città, proprio su mandato del presule, ha inviato una lettera a ciascun parroco chiedendo di individuare posti adeguati e comunicare eventuali disponibilità. «Mi sono mosso subito», conferma Crepaldi al telefono. Anche Gorizia, guidata dall’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, intende fare la sua parte: domani, in occasione del Consiglio presbiterale, i sacerdoti si focalizzeranno su un’analisi della situazione nell’Isontino.

«Un primo passo indispensabile a capire come possiamo aumentare l’ospitalità ai rifugiati – spiega don Franco Gismano, vicario per le Migrazioni – tenuto conto che abbiamo già molte parrocchie che si stanno adoperando. Ora pensiamo di far subito nostra la sollecitazione di Papa Francesco, muovendoci in collaborazione con le autorità locali. Ricordo – ci tiene a precisare – che ogni sera nella parrocchia della Madonnina offriamo oltre 150 pasti serali. E poi c’è la mensa di Monfalcone che fa altrettanto, oltre ai dormitori e alle singole chiese del territorio che nei momenti di emergenza hanno sempre aperto le loro porte». Pure la diocesi di Udine ha in programma una riunione con le realtà maggiormente impegnate, dunque la Caritas e l’ufficio missionario. «Ero forestiero e mi avete ospitato… questo ci ha detto Gesù – riflette l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato – siamo chiamati a fare altrettanto. Nella mia omelia per la celebrazione a Castelmonte ho fatto riferimento alla necessità dell’accoglienza. Ora vedremo di verificare come trovare altri spazi. Cercheremo di attrezzare strutture, ambienti e di mettere a disposizione operatori e quanto possono avere bisogno queste persone».

Così la diocesi di Concordia-Pordenone. «Abbiamo parrocchie che hanno già cominciato – fa sapere il vescovo Giuseppe Pellegrini – ma per fare di più dobbiamo capire come organizzarci concretamente, in accordo con il prefetto. È doveroso rispondere all’indicazione del Papa, perché è compito di noi cristiani aprirci a chi fugge dai propri Paesi e a chi soffre». La Regione, che assieme alle rispettive Prefetture coordina la rete delle centinaia di volontari e associazioni, ringrazia. «In Friuli Venezia Giulia esiste una capillare organizzazione capace di aiutare e ospitare i rifugiati – rileva l’assessore regionale competente Gianni Torrenti – penso in modo particolare alle Caritas territoriali. Dopo l’appello del Papa, che come sappiamo è arrivato domenica, non ci sono stati ancora contatti diretti con le singole diocesi, ma ci muoveremo in questo senso. Dal mio punto di vista credo che la sollecitazione del pontefice abbia un significato che va ben oltre al piano operativo, di cui dovremo valutare e gestire poi l’impatto. Ha un valore simbolico, perché oltre ai vertici istituzionali, parla direttamente al cuore dei preti e dei parrocchiani. Cioè alla base, all’intera comunità. In questo modo – prosegue l’assessore – si torna a rimetter al centro la persona, i suoi bisogni. L’appello dei Papa Francesco ha quindi il grande merito di aver portato tutto il dibattito al suo verso senso: mettersi in gioco, in prima persona, a chi domanda aiuto e fugge da Paesi in guerra, dove c’è violenza e povertà. La mobilitazione della chiesa cattolica è un enorme aiuto per le istituzioni e il Papa, con le sue parole, ha creato un clima più realistico su tutto il problema».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo