I Verdi: cementificio, si riapra la procedura di Via
Metz: «Non devono esserci appigli per il ricorso di Grigolin». Caso Travanut: oggi la riunione dei Ds
TRIESTE I Verdi, a sorpresa, riaprono tecnicamente il «caso Torviscosa». O, almeno, ci provano: Alessandro Metz, adesso che i pareri bis dell’Azienda sanitaria e dell’Arpa sono arrivati, chiede la riconvocazione della commissione regionale di Via che ha espresso un sì al cementificio, pur vincolato al rispetto di 37 prescrizioni. E la chiede, quella riconvocazione, con un atto formale: «Domani presenterò l’interrogazione consiliare». L’obiettivo? Blindare la procedura amministrativa, chiudendo ogni possibile falla, e scongiurare «pericolosi» ricorsi del gruppo Grigolin, proponente dell’impianto di clincker e calcestruzzo, ormai appeso a un filo. «Perché è evidente - afferma Metz - che, dopo il tempo speso in approfondimenti, pareri legali, supplementi di istruttoria, la procedura dev’essere inattaccabile. Ed è altrettanto evidente che, se la delibera finale dovesse essere impugnata e l’esito del ricorso favorevole all’impresa, la giunta dovrebbe dimettersi».
Meglio, molto meglio prevenire: Metz non ha dubbi. E allora, sebbene in Regione ci sia chi ribadisca che il parere della commissione è consultivo e che l’unico atto impugnabile è la delibera (non ancora pronta), insiste: «La giunta, a fronte dei nuovi pareri di Azienda sanitaria e Arpa, non potrà che dire no al cementificio. Ma a quel punto rimarrà il parere favorevole della commissione di Via: un appiglio per un eventuale ricorso». Pertanto, incalza il verde, la commissione tecnico-consultiva deve poter esaminare le «nuove e rilevanti integrazioni» e, magari, aggiornare il suo verdetto. Quanto al «mezzo sì» dell’Arpa, dopo aver definito «curiosa» l’assenza «causa ferie» della firma del direttore scientifico Gianni Menchini sull’ultimo parere, Metz attende di vedere le carte: «Ma, da quanto mi hanno detto, l’Agenzia conferma il passaggio chiave del primo parere, ovvero l’inidoneità delle centraline a misurare le ricadute del cementificio su ecosistema e vegetazione». Tanto basta, conclude il verde, perché la giunta voti il niet al cementificio.
L’«affaire Torviscosa», però, rimane aperto non solo tecnicamente, ma anche politicamente: oggi alle 11 si riunisce il gruppo consigliare della Quercia. Quello che, stando ai boatos interni, potrebbe riservare contestazioni al capogruppo Mauro Travanut, artefice di una battaglia feroce contro il cementificio. Non a caso, alla vigilia, Isidoro Gottardo ridacchia: «Siamo riusciti a penetrare, per la prima volta, non solo in maggioranza ma tra le guardie svizzere del presidente, i Ds». Lo smaliziato forzista, tuttavia, non crede in un epilogo traumatico, men che meno in un cambio in corsa del capogruppo diessino: «Non vorranno mica suicidarsi?». Non è il solo a pensarlo, anzi: i più, a poche ore da una riunione che vede iscritte all’ordine del giorno la relazione sull’incontro di maggioranza con Riccardo Illy, la manovra estiva e la legge sul friulano, escludono conte o sfiducie. «Non ci credo nemmeno un po’» sussurra un diessino di peso. Un altro, però, avverte: «Dirò quello che penso, poi vedremo».
E il diretto interessato? Travanut si conferma «sereno» e si rimette alle «decisioni del gruppo». Comunque vada, l’opposizione canta sin d’ora vittoria: «Questa vicenda, oltre ad aver aperto una crepa in maggioranza, sta dimostrando che il presidente non è un orologio svizzero, puntuale e infallibile, come si tenta di far credere. Ma questa vicenda - aggiunge Gottardo - sta confermando anche che il nostro comportamento in aula, criticato da qualcuno, è stata corretto perché il nostro ordine del giorno ha imposto alla giunta verifiche e controlli a tutela dei cittadini». Sia chiaro, però: «Vigileremo sino in fondo anche perché - conclude il forzista - non mi sento di escludere più pareri non necessariamente omogenei della giunta sul progetto Grigolin che, come detto, prevede tre impianti diversi a Torviscosa».
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