I triestini si scoprono sempre più ricchi
TRIESTE Disoccupazione, aziende chiuse e raffiche di sussidi. Ma i triestini, trascinati dagli over 60, sono sempre più ricchi. Il dato spunta a sorpresa dall’ufficio statistiche del Comune di Trieste che ha incrociato le tabelle dell’Agenzia delle entrate e dell’anagrafe sulle dichiarazioni presentate nel 2015. L’imponibile medio sui redditi percepiti nel 2014 è di 22.521 euro, nel 2013 erano 22.036. Sono quasi 500 euro in più l’anno, 40 al mese.
Per non parlare del 2012, quando ci si fermava a 21.795. Un balzo di oltre 700 euro. Non sono somme da nababbi, ma neanche da poveracci. Anche perché alla fine l’86,8% dei cittadini non supera i 35 mila euro e ben il 36,1% non tocca i 15 mila. Solo meno dell’1% vive con somme superiori ai 100 mila euro.
Cifre che emergono da modelli unici, 730 e 770. Tirando le somme a Trieste si contano 151.968 persone che hanno dichiarato, tutti assieme, quasi 3,4 miliardi di euro di reddito imponibile ai fini Irpef, di cui il 49,6% deriva da lavoro dipendente (in calo dell’1,2%) e il 42,4% da pensione (+3,1%). Il reddito da fabbricati raccoglie il 47,4%, segnando un aumento di appena lo 0,1% rispetto al 2012, dopo un trend di progressiva crescita, avvenuto negli anni scorsi, determinato dai cambiamenti normativi sulla tassazione degli immobili ai fini Imu. Il reddito da lavoro autonomo, infine, supera di poco il 2%. Tutto ciò, comunque, in un contesto che risente di una contrazione nel numero di cittadini che hanno presentato la dichiarazione pari all’1,2%; mentre nel resto del Paese tocca lo 0,7%.
Un fenomeno, questo, in cui l’Agenzia delle entrate si è già imbattuta tra il 2012 e il 2012. «Una circostanza che si potrebbe collegare all’abbassamento della natalità avvenuta progressivamente a Trieste» ha rilevato l’assessore Michele Lobianco, presentando lo studio, ieri in conferenza stampa. Numeri e cifre che il Comune finora si limitava a pubblicare attraverso il proprio sito internet istituzionale, ha puntualizzato l’esponente della giunta Dipiazza, e che invece ora hanno ricevuto un’attenzione diversa. «Emerge un ritratto importante - ha evidenziato ancora Lobianco - ed è giusto che un lavoro così preciso, fatto dagli uffici, venga adeguatamente valorizzato. Desidero che quanto fatto dai dipendenti si conosca il più possibile».
Il focus sulla città e sul suo portafoglio, uscito dalle elaborazioni di vari uffici comunali oltre all’Agenzia delle entrate, ha precedenti analoghi soltanto a Firenze, Bologna, Brescia e Modena.
Un capitolo ad hoc riguarda le tasse. Nel 2014 i triestini hanno pagato in tutto 702 milioni di euro di tasse, spicciolo più spicciolo meno. In pratica 4.619 euro a testa.
Alla fine, ha fatto notare Antonella Primi, l’esperta di statistica del Comune, la ricchezza dei triestini si regge sostanzialmente sugli anziani.
In effetti le dichiarazioni degli over 60 investono il 40,8% dei contribuenti, mentre il loro reddito raggiunge il 40,3% del totale. Invece i cittadini con meno di 45 anni, dato su cui si concentra la ricerca comunale, rappresentano il 33,6% per il 28,2% della ricchezza. Una situazione grossomodo simile al 2013. «Risulta evidente che sono gli ultra sessantenni ad assicurare il reddito - ha osservato l’assessore - . Mi piacerebbe che la componente giovanile incidesse di più, ma ciò è naturalmente legato alle grandi sfide del futuro di questa città, a iniziare dalle opportunità occupazionali che si potrebbero aprire con i progetti in Porto Vecchio. Questi sono i nostri obiettivi di crescita».
Le donne, almeno numericamente, pesano di più: infatti la quota di contribuenti di sesso maschile raggiunge le 74.481 unità, per circa 2 miliardi di euro, mentre quella femminile arriva a 77.487 ma con una cifra più bassa che non tocca gli 1,4 miliardi.
Avvicinando la lente di ingrandimento sul corposo studio del Comune ci si accorge che il reddito imponibile medio degli uomini è di 26.702 euro, dunque superiore del 49% delle donne, pari a 17.891.
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