I treni nel porto di Trieste già collegati alla Piattaforma logistica

TRIESTE Pochi metri di binari possono avere grande valore strategico per un porto. Rete ferroviaria italiana (Gruppo Fs) annuncia la prossima messa in funzione del bivio che permetterà ai treni della Piattaforma logistica di entrare e uscire senza dover passare per la stazione di Campo Marzio, che potrà alleggerirsi di duemila convogli all’anno e aumentare la sua capacità a beneficio dello scalo.
Rfi rivendica con una nota l’avvenuto «allaccio alla nuova Piattaforma logistica. Riprendendo la linea storica che portava a Servola e attraversando lo Scalo legnami, si è concretizzato un moderno sistema di terminalizzazione che, con l’elettrificazione dei binari, sarà anche un riferimento per i futuri raccordi ferroviari». Il linguaggio è per iniziati ma nasconde una notizia di grande impatto per la gestione del nuovo terminal guidato da Amburgo e di tutte le realtà destinate a entrare in funzione più a Est, dai capannoni di FreeEste alla banchina ungherese che vedrà la luce all’ex Aquila e per la quale si è cominciato a rinnovare la vecchia infrastruttura ferroviaria.
La galleria di cintura è un elemento cardine del porto, ma sconosciuto a buona parte dei triestini. I treni carichi di container, rimorchi e rinfuse lasciano Trieste passando per la galleria, che percorre mezza città sotto terra e permette ai convogli di immettersi all’altezza di Barcola. Oggi per imboccare la galleria bisogna necessariamente partire da Campo Marzio: un percorso naturale per i treni caricati presso i moli V, VI e VII ma non per quelli che partiranno dalla Piattaforma o da FreeEste, che dovrebbero entrare in Campo Marzio trainati da locomotore diesel, invertire la marcia, passare a trazione elettrica e ripartire verso la galleria, con aggravio di tempi e congestionamento dello snodo.
Da qui l’idea di riattivare il bivio San Giacomo Cantieri, che consentirà l’ingresso diretto in galleria dei treni provenienti da Servola, Plt e FreeEste. L’intervento vale 1,5 milioni: una minima frazione dei quasi 200 milioni necessari al raddoppio della capacità della rete ferroviaria merci di Trieste (112 messi da Rfi e 77 dall’Autorità portuale), ma in grado di velocizzare la manovra, alleggerire Campo Marzio di duemila convogli all’anno e dare respiro alla parte orientale del porto, dove si concentrerà lo sviluppo.
Il bivio sarà collaudato in tempi stretti e contemporaneamente Hhla Plt mettà in funzione i binari del proprio comprensorio: «Dovremmo essere pronti a maggio – dice Francesco Parisi – dopo l’installazione di un passaggio a livello dove la ferrovia incrocia la strada interna che porta i camion alla Piattaforma. Attendiamo con ansia che apra il nuovo raccordo perché da sempre consideriamo di dover far viaggiare su ferro almeno il 50% dei volumi per aumentare l’efficienza e abbattere il traffico».
Rfi ha attivato inoltre il fascio di binari “Parenzane”, situato all’interno della stazione di Campo Marzio e finalizzato a consentire la sosta dei treni in attesa. L’opera, scrive Rfi, «consente da subito lo snellimento delle manovre in ingresso e uscita dai moli, riducendone tempi e costi, a tutto vantaggio degli operatori».
Il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino sottolinea «il concretizzarsi di una serie di progetti che finora si erano visti solo sulla carta. Il messaggio più importante è che i finanziamenti stanno andando a segno e con la nuova bretella potremo avere più capacità e tempi ridotti, facendo più treni e di maggiore lunghezza». —
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