I tentacoli della mafia puntano a Nordest mimetizzati nella “zona grigia”

Dall’imprenditrice all’ex capo della Dia, a Monfalcone le testimonianze davanti a una platea di studenti
Bonaventura Monfalcone-21.03.2019 Incontro "Insieme contro la mafia"-Kinemax-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-21.03.2019 Incontro "Insieme contro la mafia"-Kinemax-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Segui i soldi e troverai la mafia. Lo diceva trent'anni fa il giudice Giovanni Falcone, ucciso il 23 maggio 1992 da Cosa Nostra a Capaci, assieme alla moglie Franca Morvillo e alla scorta. Lo hanno detto ieri agli studenti delle scuole superiori di Monfalcone e Staranzano i relatori del convegno organizzato proprio per i ragazzi - con l’obiettivo dichiarato di un loro maggiore coinvolgimento - dalla Prefettura di Gorizia, e moderato dal direttore de Il Piccolo Enrico Grazioli, nel multisala Kinemax in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Soldi e mafia, dunque: è quanto conferma il radicamento di organizzazioni criminali di stampo mafioso nel Nord del Paese.

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Come ha dimostrato il maxi processo Aemilia. O il caso di Brescello, il piccolo centro della Bassa reggiana sciolto per le infiltrazioni della 'ndrangheta. «Il mafioso opera in una zona grigia, in modo silenzioso e io ne sono stato testimone in quanto commissario di Brescello», ha raccontato il prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello ai ragazzi - alcune centinaia - che con i propri insegnanti affollavano la sala.



Nei confronti di chi denuncia, comunque, i malavitosi non stanno zitti. E Catia Silva, ex consigliere comunale di Brescello che per prima, già da "semplice" cittadina, aveva denunciato la presenza e gli affari della 'ndrangheta in paese, lo ha raccontato in modo diretto: «Hanno cercato di caricarmi su un furgone e di incendiare la mia casa, mi hanno preso per il collo e minacciato di mettermi una pistola in bocca». Minuta, ma battagliera, Catia Silva non si è arresa, anche se ai ragazzi ha spiegato ieri di non aver vinto, «per non essere riuscita a far cambiare i miei concittadini»: e la 'ndrangheta ha messo in campo altri strumenti, quelli dell'isolamento e della diffamazione.

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Molto vuoto attorno si è trovata anche Cinzia Franchini, titolare di un'azienda di autotrasporto di Modena, che da presidente nazionale della Fita Cna ha operato per estromettere dall'organizzazione di categoria la Geotrans del boss Vincenzo Ercolano, maggior esponente del clan di Cosa Nostra catanese, quello dei Santapaola. Agli studenti Franchini ha offerto un consiglio: prestare attenzione al prezzo.

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«Chi scende sotto una soglia limite può farlo solo perché non persegue l'utile, giacché il suo obiettivo è ripulire in attività lecite i proventi di quelle illecite», ha spiegato. Gli altri suggerimenti lanciati ai ragazzi: informarsi e ragionare con la propria testa; non barattare la libertà di decidere con i soldi facili; non rimanere in silenzio. Perché il Friuli Venezia Giulia non è immune; e da tempo.

«Questo è un territorio dove si vive bene, c'è pace sociale ed è più difficile rendersi conto di certe cose, che sono però successe e stanno succedendo», ha annotato la giornalista del Messaggero Veneto Luana De Francisco, co-autrice del libro "Mafia a Nord-Est", citando anche l'indagine "Torre annunziata" che 17 anni fa evidenziò la presenza di persone legate ai clan camorristici a Monfalcone e dedite alla gestione di un giro di spaccio di stupefacenti.

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«Il Friuli Venezia Giulia non è esente e Monfalcone ha presenze sensibili - ha detto il colonnello Roberto Zuliani, già a capo della Dia del Triveneto - soggetti che hanno capacità di mimetizzarsi nell'ambiente. Non ci sono estorsioni, ma l'ingresso nel tessuto economico.

C'è la corruzione delle pubbliche amministrazioni». E a esserne più esposte sono quelle di più piccole dimensioni, ha spiegato Michele Penta, coordinatore dell'Osservatorio regionale antimafia, già prefetto di Udine, illustrando le attività e il ruolo dell'organismo voluto dalla Regione a fine 2017.

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L'amministrazione comunale di Monfalcone con il sindaco Anna Cisint non ha solo collaborato al convegno, ma ha organizzato una cerimonia di commemorazione delle vittime delle mafie in piazza Falcone e Borsellino. —


 

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