I taxi volanti di Pipistrel planano all’Expo di Dubai
TRIESTE. I «taxi volanti» di Pipistrel saranno presentati all’Expo 2020 di Dubai e spiccheranno il volo - in partenariato con Uber - entro il 2025. Questa settimana, il direttore e comproprietario dell’impresa slovena di ultraleggeri, Ivo Boscarol, ha annunciato ai microfoni dell’agenzia Sta le prossime tappe di un progetto che ha l’ambizione di rivoluzionare il sistema dei trasporti nelle grandi città. Il nuovo prototipo - un aeroplano elettrico capace di decollare ed atterrare verticalmente e di essere perciò utilizzato all’interno del sistema «UberAir» - sarà ultimato in tempo per l’esposizione universale di Dubai e richiederà in seguito un anno per i test e ulteriori tre anni per ottenere tutte le certificazioni necessarie. Entro il 2025, quindi, i velivoli assemblati ad Aidussina, Vipacco e Gorizia (dove da qualche mese si produce il modello «Panthera») faranno parte della nuova flotta di Uber, non più automobilista ma aerea. Nell’agosto scorso, infatti, l’azienda americana che sta trasformando le abitudini di trasporto urbano ha annunciato l’arrivo di «UberAir», un servizio di taxi aereo che si vuole accessibile a tutti.
Nelle intenzioni di Jeff Holden, il Chief Product Officer della società, a breve si potrà prenotare un passaggio su di un’aereo-taxi allo stesso prezzo di una corsa su di un’auto UberX, il sistema presente oggi in decine di Paesi. UberAir debutterà a Los Angeles nei prossimi due o tre anni e si baserà su velivoli da quattro persone massimo e ad atterraggio/decollaggio verticale (Vtol). Proprio in questo quadro, Uber ha già siglato dei contratti con diversi produttori tra cui la brasiliana Embraer, l’americana Bell Helicopter o ancora la slovena Pipistrel.
A fine 2017, Embraer ha annunciato che la vendita dei propri prototipi è da prevedersi entro il 2024, mentre la prima corsa di un «taxi volante» firmato Embraer potrebbe avvenire già nel 2023. Se il modello brasiliano volerà tra gli 800 e i 1000 metri di altitudine e funzionerà grazie a batterie ricaricabili in cinque minuti tra un volo e l’altro, il velivolo su cui sta lavorando Pipistrel ha caratteristiche simile. Secondo quanto annunciato da Ivo Boscarol già a fine aprile 2017, ovvero all’indomani della firma dell’accordo con Uber, gli ultraleggeri sloveni saranno anch’essi elettrici al 100% e potranno volare per 100 miglia (circa 160 km) con un’unica ricarica e in appena 40 minuti (la velocità massima raggiungerà i 240 km/h). Boscarol ha inoltre precisato questa settimana che «non ci sarà inquinamento ambientale e non ci sarà maggior riscaldamento dell’atmosfera o un incremento del rumore», proprio perché i nuovi mezzi funzioneranno a batterie.
Per le città che decideranno di sperimentare UberAir si imporranno tuttavia delle nuove infrastrutture e alcune realtà locali hanno già sottoscritto con Uber degli accordi per lo sviluppo di piattaforme e reti ad alta tensione, per permettere le ricariche. Per il colosso americano, nato nel 2009 ed oggi presente in 632 città attraverso il mondo, il nuovo servizio aereo permetterà di risolvere il problema del trasporto dei pendolari nelle grandi città. E l’ambizione a lungo termine è quella di produrre degli aeroplani senza pilota, su cui l’azienda sta già lavorando con assieme la Nasa. Per il gruppo Pipistrel, invece, che si compone di tre compagnie e che l’anno scorso ha generato 22 milioni di euro di fatturato e un profitto di 2,5 milioni di euro, i piani di Uber rappresentano uno sviluppo non da poco nel proprio business.
Al netto delle difficoltà tecniche e legali che un sistema come UberAir inevitabilmente comporterà, Pipistrel potrebbe veder la propria produzione aumentare notevolmente per far fronte alle nuove domande. Già nel 2017, il gruppo ha assunto 35 nuove persone, arrivando a quota 195 impiegati e nuove assunzioni sono già previste per quest’anno sia in Italia che in Slovenia. Nel 2018, infine, stando alle previsioni del suo direttore Ivo Boscarol, Pipistrel dovrebbe superare i 30 milioni di euro di fatturato.
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