I sondaggi tengono a galla Bratušek

L’ex premier slovena, apprezzata per l’assenza di guai giudiziari, fonda un nuovo partito e va a caccia di alleati
Di Mauro Manzin

TRIESTE. Una supernova sembra essersi abbattuta sulla sinistra in Slovenia. Sinistra che si sta disintegrando in mille “particelle” impazzite che collidono fra di loro ma non producono energia. Anzi, generano caos soprattutto in un corpo elettorale stanco, sfiduciato e arrabbiato. E così l’ex premier Alenka Bratušek lascia l’esecutivo «con la coscienza per niente tranquilla (sono parole sue), ma assolutamente pulita» e fonda un nuovo partito.

Non basta. Anche il giurista Miro Cerar, nipote del famoso ginnasta olimpionico jugoslavo, scende in pista con un partito. E giusto per non farci mancare nulla ecco che anche l’ex presidente della Corte dei conti di Slovenia, Igor Šoltes ne fonda uno. Tutti in corsa alle prossime elezioni anticipate. La “triplete” è servita. Ma, attenzione, non va assolutamente sottovalutata.

Innanzitutto perché la Bratušek, guardata con diffidenza all’inizio, sicuramente sottovalutata e anche derisa per le sue discutibili apparizioni ufficiali leopardate (ma chi siamo noi per giudicare?), con il suo stile per l’appunto ha guidato un governo nella più grande bufera di scandali di corruzione della storia della Slovenia, con lei al timone la protesta sociale si è acquietata, la Slovenia oggi sembra farcela da sola a uscire dal gorgo della crisi economica senza l’intrusione della Troika europea, il programma di privatizzazioni è stato avviato, così come il risanamento del sistema creditizio nazionale. Ma soprattutto Alenka è “pulita”.

Su di lei neppure un’ombra di strani affari più o meno leciti. Lei tiene la rotta mentre il leader di centrodestra e suo predecessore la governo, Janez Janša si becca una condanna definitiva per corruzione e il suo amico/nemico Zoran Jankovi„ traballa tra strani e discutibili affari.

Mirko Cerar, giurista affermato, anche lui è una persona assolutamente adamantina. Stile oxoniano ha un unico difetto: dicono di lui che non brilli per simpatia. Però è uno che le cose le sa. E lo dimostra anche il progetto del suo nuovo partito che terrà il congresso istitutivo sabato 17 maggio. La nuova formazione si appoggerà sulla rete locale dei liberaldemocratici della Lds (partito del defunto Janez Drnovšek) e nelle sue fila annovera fior di esperti che stanno cooperando insieme già da qualche tempo per elaborare i programma elettorale. Ricordiamo poi che la stessa Bratušek poco più di un anno fa lo indicò come possibile premier. Lui capì di non avere una base e allora declinò l’invito e la sua base iniziò a costruirsela. Il terzo è Igor Šoltes, ex presidente della Corte dei conti, uomo dell’apparato statle, che conosce tutti i gangli della macchina pubblica, i suoi pregi e i suoi difetti. E anche lui ha uno stretto legame con la Bratušek che gli propose la carica di ministro della Salute nel suo esecutivo. Dicastero incandescente di questi tempi in Slovenia e Šoltes decise di non bruciarsi, o meglio, di non bruciare l’intero suo progetto politico.

Una leonessa e tre ghepardi che potrebbero cambiare lo scenario politico della Slovenia, ma solo se saranno così astuti, intelligenti e anche forti di mettersi insieme. Un progetto che naviga in queste ore nell’oceano politico della sinistra slovena. C’è tutto: carisma, fascino (della Bratušek che non gusta), intelligenza e conoscenza. E l’opinione pubblica slovena se ne è accorta. Eccome. Basta leggere il sondaggio di Ninamedia per il settimanale Mladina che rilancia con forza l’ipotesi una e trina di Bratušek, Cerar, Šoltes: ebbene se si presentassero uniti alle prossime elezioni sarebbero votati dal 45,8% dei gli interpellati. E scusate se è poco quando i socialdemocratici poche settimane fa dagli stessi sondaggi venivano accreditati al primo posto con uno scarso 12% dei consensi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo