I sindaci frenano sulla Tav «Tempi biblici per l’avvio»

Il tecnico assoldato dai Comuni interessati dal tracciato «Mancano i fondi, i cantieri non inizieranno prima del 2035»

di Marco Ballico

TRIESTE

«Quando passerà la Tav in Friuli Venezia Giulia, noi non ci saremo». Andrea Debernardi, consulente dei Comuni della Bassa friulana che hanno messo assieme circa 200 osservazioni sul progetto Rfi del 2010, quello che prevede l’affiancamento della ferrovia alla A4, gela le speranze di un’alta velocità in tempi brevi. Lo fa con la freddezza del tecnico nel giorno in cui i sindaci si confrontano a Udine con Debora Serracchiani sul tracciato della Venezia-Trieste.

Il nodo risorse

Più nel dettaglio, Debernardi ricorda che i lavori di affiancamento autostradale tra Portogruaro e Cervignano, «se anche si approvasse domani quel progetto, inizierebbero, come da documentazione allegata, a partire dal 2035». Il motivo? «Colpa di Pantalone. Mancano le risorse perché se ne sono usate tantissime per opere spesso sovradimensionate. Si dice che l'alta velocità è indispensabile allo sviluppo, ma dove si sono spesi 100 miliardi per la Tav, e cioè nella dorsale centrale, dal Piemonte alla Campania, non mi sembra si stiano raccogliendo tutti questi successi economici».

Portogruaro-Cervignano

Il riferimento del tecnico dei sindaci ai ritardi dell’alta velocità nel Nordest riguarda in particolare il tratto che il progetto 2010 considera “non prioritario”, quello che va da Portogruaro a Cervignano: «Tenendo puro conto dell’impossibilità fisica di quadruplicare la linea attuale a Latisana, non è uno scandalo che il ragionamento sia ancora aperto». Al contrario, spiega Debernardi, la priorità assegnata alla Udine-Cervignano, esclusa però dal programma Tav, e alla Monfalcone San Polo-Bivio Aurisina «ha consentito un lavoro ancora preliminare ma che può aprire la strada alla realizzazione delle opere».

I nodi

I punti critici, in prospettiva lunga, del percorso in Fvg? «L’attraversamento del Carso e dei fiumi maggiori, Isonzo e Tagliamento. Poi, in Friuli, vari nodi urbani come per esempio il viadotto di Cervignano o il passaggio di Villa Vicentina, situazioni che impongono di rimodulare la velocità di transito dei treni e garantire opere di mitigazione adeguate, modificando il progetto di tre anni fa». Quanto alla tratta Ovest, prosegue Debernardi, emergono problematiche di sistema: «Non solo il raccordo con l’interporto di Cervignano è assicurato solo nell'ultima fase funzionale, ma il progetto 2010, inizialmente pensato in coordinamento con la terza corsia autostradale della A4, deve oggi fare i conti con un'evoluzione non coerente con queste premesse».

I sindaci vogliono chiarezza

Si rischia dunque l’impasse. Come teme pure il portavoce dei sindaci, il primo cittadino di Bagnaria Arsa Cristiano Tiussi. «Le modifiche al progetto 2010 sono moltissime, ma si tratta anche di capire le conseguenze, tra San Michele e Latisana, dello studio di fattibilità per un tracciato diverso in Veneto». Una chiamata in causa del commissario Mainardi che su quello stadio sta lavorando: «Posto che la sua posizione è per l’ammodernamento dell’esistente e non per una nuova linea – dice ancora Tiussi –, l’incontro con la presidente Serracchiani diventa determinante: commissario e Regione devono trovare un accordo».

La presidente da Lupi

Serracchiani risponde a stretto giro di posta. Nel vertice di ieri (presenti 23 sindaci dell’assemblea permanente), la governatrice annuncia anzi che, con Mainardi, ci sarà al tavolo pure il ministro Lupi. L’obiettivo è appunto «fare chiarezza e iniziare a ragionare su tutti i dettagli dell'opera». Le osservazioni dei Comuni, commenta la presidente, «saranno utili alla stessa Rfi, in quanto tendono a superare talune criticità progettuali e sono indirizzate a un maggiore efficientamento della linea, senza toccare il tracciato indicato». La “svolta” di Mainardi? «La Regione – precisa Serracchiani – non ha mai ricevuto una proposta alternativa». E dunque proprio per questo «è necessario un incontro con il ministro, anche perché nel frattempo le istituzioni hanno proseguito a ragionare sul tracciato 2010». Dalla presidente un’ultima rassicurazione: la prevista velocizzazione della tratta, «che si potrà realizzare anche grazie ai 30 milioni assegnati dal governo con il “+decreto del Fare”, è altra cosa e si farà prima e a prescindere rispetto all'alta velocità».

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