I sindacati: «Su 400 ditte dell’indotto Fincantieri soltanto la metà ha chiesto la cassa»
Il sindacato teme situazioni a rischio a Monfalcone. Casotto (Cgil): «Attendiamo dall’azienda l’elenco per una verifica»

Bonaventura Monfalcone-04.05.2020 Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
MONFALCONE Ci sono almeno 400 ditte dell’indotto della Fincantieri e soltanto la metà di queste finora ha chiesto di utilizzare la cassaintegrazione in deroga messa a disposizione delle aziende per fronteggiare l’emergenza della pandemia da corona virus e lo stop forzato della produzione.
È il sindacato a segnalarlo e a lanciare un grido di allarme sulle situazioni che potrebbero aver messo ancora più a rischio il già problematico mondo dell’indotto. E un campanello di allarme è risuonato lunedì scorso quando in Comune a Monfalcone si sono presentate una decina di persone, lavoratori italiani del Sud, di varie ditte che, lamentando i ritardi per l’assegno della cassaintegrazione, hanno chiesto al sindaco Anna Cisint di poter usufruire dei “buoni spesa” pensati per aiutare le famiglie in difficoltà.
«Ci siamo già mobilitati per fare un giro di mail e di lettere alle aziende dell’indotto – conferma il segretario della Cgil di Gorizia, Thomas Casotto – per fare una verifica su come le diverse ditte stanno affrontando il periodo con i dipendenti, se ci sono serie problematiche e come si sono organizzate per la ripresa alla luce dei vari decreti della sicurezza e per non diffondere i contagi. L’idea è chiedere a tutte le aziende un incontro per verificare con loro come sta andando e se c’è bisogno di aiuti o interventi». Uno screening molto complicato da condurre su oltre 400 imprese di ogni tipo, ma soprattutto di ogni nazionalità.
«Ci siamo allarmati quando ci siamo resi conto che solo la metà delle imprese dell’indotto hanno fatto domanda per la cassa in deroga – aggiunge Casotto – e non sappiamo se queste sono ditte estere che magari arrivavano dalla Croazia, se gli operai erano stati messi in ferie, se sono tornati a casa senza lavoro e senza ricorrere ad alcuno strumento come ammortizzatore sociale. C’è poi tutto l’annoso problema delle paghe da verificare, qualcuno potrebbe aver fatto il furbo. Per questo negli scorsi tavoli istituzionali abbiamo chiesto a Fincantieri i nomi delle ditte che entrano in cantiere per monitorare la situazione. L’azienda ha risposto che fornirà tutte le indicazioni ai rappresentanti della sicurezza dei lavoratori. Attendiamo questi dati».
Riaprono i cancelli di Fincantieri a Monfalcone
Una situazione complessa anche perché le sei persone che attualmente compongono le rls sono dipendenti che rappresentano i lavoratori della Fincantieri e non quelli dell’indotto. E non c’è nessun accordo che preveda questa nuova rappresentanza sindacale. Ma che è necessaria visto che le rls sono riunite a un tavolo permanente con Fincantieri per valutare tutti problemi e le situazioni di rischio che si verificano nel cantiere dove stanno tornando tutti i lavoratori, quelli diretti e quelli dell’indotto. In questa settimana si arriverà a quota 2700 persone, dalla prossima si crescerà fino a raggiungere la quota di oltre 5 mila persone. E si amplificheranno i problemi di assembramento all’interno del cantiere. –
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